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Procedimento amministrativo

Questa categoria contiene 97 articoli

Sull’applicazione del termine di diciotto (ora dodici) mesi di cui all’art. 21-nonies l. n. 241/90, così come novellato dalla legge n. 124/2015, all’annullamento in autotutela dei provvedimenti amministrativi di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici, nonché sulla deroga all’osservanza del termine ‘ragionevole’ prevista nel comma 2-bis del citato art. 21-nonies.

(Tar Calabria, Reggio Calabria, 3 maggio 2023, n. 398) «[I]l Collegio ritiene che il ricorso sia fondato e vada, pertanto, accolto, risultando meritevole di positiva delibazione la doglianza incentrata sulla violazione dell’art. 21 nonies L. n. 241/90 per l’inosservanza del termine di diciotto mesi (anzi ‘dodici’, a seguito delle modifiche operate con l’art. 63, co. … Continua a leggere

Sull’applicabilità dell’art. 10-bis della legge n. 241 del 1990 anche ai procedimenti di sanatoria o di condono edilizio.

(Tar Campania, Salerno, sez. II, 2 febbraio 2023, n. 258) «[L’]art. 10 bis così recita: “Nei procedimenti ad istanza di parte il responsabile del procedimento o l’autorità competente, prima della formale adozione di un provvedimento negativo, comunica tempestivamente agli istanti i motivi che ostano all’accoglimento della domanda; entro il termine di dieci giorni dal ricevimento … Continua a leggere

Denuncia di inizio attività (DIA): natura giuridica e garanzie partecipative.

(Consiglio di Stato, sez. VI, 26 ottobre 2022, n. 9125) «L’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato n. 15/2011 ha chiarito che la denuncia di inizio attività non è un provvedimento amministrativo a formazione tacita e non dà luogo in ogni caso ad un titolo costitutivo, ma costituisce un atto privato volto a comunicare l’intenzione di … Continua a leggere

Se sussistono i requisiti di formazione del silenzio-assenso, il titolo abilitativo può perfezionarsi anche con riguardo ad una domanda non conforme a legge; dai requisiti di validità – il cui difetto non impedisce il perfezionarsi della fattispecie – va invece distinta l’ipotesi della radicale ‘inconfigurabilità’ giuridica dell’istanza (nel caso di specie, l’intervento di demolizione e ricostruzione di precedente manufatto risultava già realizzato al momento della presentazione dell’istanza di permesso di costruire, che quindi era priva del necessario presupposto logico-normativo, ossia che l’intervento non fosse ancora stato realizzato).

(Consiglio di Stato, sez. VI, 8 luglio 2022, n. 5746) «Il dispositivo tecnico denominato ‘silenzio-assenso’ risponde ad una valutazione legale tipica in forza della quale l’inerzia ‘equivale’ a provvedimento di accoglimento (tale ricostruzione teorica si lascia preferire rispetto alla tesi ‘attizia’ del silenzio, che appare una fictio non necessaria). Tale equivalenza non significa altro che … Continua a leggere

L’istanza del privato volta a sollecitare l’adozione di un provvedimento di acquisizione sanante ex art. 42-bis d.P.R. n. 327/2001 comporta l’obbligo dell’Amministrazione di provvedere su di essa, accogliendola o respingendola.

(Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, 2 maggio 2022, n. 530) «[L’]appellante, con una prima istanza del 25 luglio 2019, ma soprattutto con la seconda, ampiamente motivata, del 14 gennaio 2020, ha chiesto al Comune l’avvio del procedimento volto alla legittima acquisizione delle aree indebitamente occupate […] mediante un negozio traslativo consensuale, ovvero … Continua a leggere

Termine di durata dei procedimenti sanzionatori di cui alla l. n. 689/1981: poiché il legislatore non è ancora intervenuto a colmare il vuoto normativo stigmatizzato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 151 del 12 luglio 2021, la questione deve essere risolta tenendo presenti le coordinate ermeneutiche dettate dalla Consulta, dunque avendo riguardo ai princìpi generali di economicità, di efficacia, di buon andamento ed imparzialità, che devono presidiare tutta l’attività amministrativa (nella fattispecie, il Consiglio di Stato ha confermato l’illegittimità dell’operato dell’Amministrazione, non avendo la stessa addotto alcuna valida ragione giustificatrice del lungo tempo – ben 26 mesi – impiegato per irrogare la sanzione).

(Consiglio di Stato, sez. VII, 14 febbraio 2022, n. 1081) «La questione controversa è se possa ritenersi applicabile al caso di specie il termine generale di conclusione del procedimento di cui alla L. 241/90 ovvero se debba applicarsi tout court il termine di prescrizione quinquennale di cui all’art. 28 L. 689/81. Sul tema si registra, … Continua a leggere

Preavviso di rigetto: a seguito della novella introdotta con il Decreto Semplificazioni, la violazione dell’art. 10-bis l. n. 241/1990 determina l’annullamento del provvedimento discrezionale, senza che sia consentito all’Amministrazione dimostrare in giudizio che il provvedimento non avrebbe potuto avere contenuto diverso da quello in concreto adottato.

(Consiglio di Stato, sez. III, 8 ottobre 2021, n. 6743) «Secondo la giurisprudenza consolidata di questa Sezione, l’introduzione nell’ordinamento, con legge 11 febbraio 2005 n. 15 del 2005, del preavviso di rigetto ha segnato l’ingresso di una modalità di partecipazione al procedimento, con la quale si è voluta “anticipare” l’esplicitazione delle ragioni del provvedimento sfavorevole … Continua a leggere

Anche il provvedimento vincolato può essere annullato per omessa comunicazione di avvio del procedimento ex art. 7 l. n. 241/90, in particolare ove dal giudizio emerga che tale omissione abbia impedito al privato di rappresentare all’Amministrazione l’inesistenza dei presupposti ipotizzati dalla norma su cui si deve comunque fondare la determinazione amministrativa o altre argomentazioni idonee a determinare l’emanazione di un provvedimento con contenuto diverso.

(Consiglio di Stato, sez. III, 14 settembre 2021, n. 6288) «In sintesi, l’appellante ha sostenuto che gli atti con i quali la AUSL le aveva ordinato di tenere aperta la farmacia si scontravano la sua specifica condizione; ha anche rilevato che la ASL avrebbe potuto assumere provvedimenti alternativi a tutela della salute pubblica, anziché procedere … Continua a leggere

Nelle procedure ad evidenza pubblica, il termine di 18 mesi per l’annullamento in autotutela ex art. 21-nonies l. n. 241/1990 non decorrere dal bando di gara, ma solo dall’affidamento dell’appalto.

(Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, 3 giugno 2020, n. 399) «[L’]originario ricorso introduttivo ha trovato accoglimento sul rilievo che l’esercizio dell’autotutela sarebbe stato viziato dal mancato rispetto del “termine ragionevole” di cui all’art. 21 nonies della legge n. 241/1990, quantificato in diciotto mesi dalla legge n. 124/2015: termine, quest’ultimo, che il T.A.R. … Continua a leggere

Sull’obbligo dell’Amministrazione comunale di concludere espressamente il procedimento per l’attribuzione di una nuova destinazione urbanistica alla scadenza del termine quinquennale per i vincoli preordinati all’esproprio.

(Tar Sicilia, Catania, sez. II, 9 marzo 2018, n. 527) «Le ricorrenti espongono di essere proprietarie [di un terreno] destinato dal PRG approvato nel 2003 a zona F/2 verde pubblico come da allegato certificato di destinazione urbanistica. Ritenendo, quindi, che il predetto vincolo abbia natura espropriativa, le ricorrenti, con istanza del 7 ottobre 2016 hanno … Continua a leggere

In presenza di una formale istanza, l’Amministrazione è tenuta a concludere il procedimento anche se ritiene che la domanda sia irricevibile, inammissibile, improcedibile o infondata, non potendo rimanere inerte: il legislatore, infatti, ha imposto alla P.A. di rispondere in ogni caso (tranne i casi limite di pretestuosità) alle istanze dei privati, nel rispetto dei principi di correttezza, buon andamento, trasparenza, consentendo alle parti di difendersi in giudizio in caso di provvedimenti lesivi dei loro interessi giuridici.

(Consiglio di Stato, sez. III, 8 settembre 2016, n. 3827) «Dispone l’art. 2, comma 1, della L. 241/90 che: “Ove il procedimento consegua obbligatoriamente ad un’istanza, ovvero debba essere iniziato d’ufficio, le pubbliche amministrazioni hanno il dovere di concluderlo mediante l’adozione di un provvedimento espresso. Se ravvisano la manifesta irricevibilità, inammissibilità, improcedibilità o infondatezza della … Continua a leggere

Il mancato coinvolgimento di un soggetto privato nel procedimento per il rilascio del permesso di costruire in sanatoria può comportare l’illegittimità del provvedimento conclusivo (nella fattispecie, il Tar ha ritenuto che il coinvolgimento della ricorrente – che aveva presentato una domanda di sanatoria edilizia diversa e distinta da quella presentata dal coniuge, ciononostante unico destinatario dell’atto finale gravato – fosse particolarmente importante e, quindi, necessitato e che il difetto di partecipazione non fosse sanabile mediante il ricorso all’art. 21-octies l. n. 241/1990, anche in considerazione delle ragioni del diniego).

(Tar Toscana, sez. III, 8 giugno 2016, n. 950) «Con il primo mezzo parte ricorrente censura il provvedimento gravato evidenziando la violazione degli artt. 7 e 10 bis della legge n. 241 del 1990 e dell’art. 97 Cost. per essere stata totalmente pretermessa dallo svolgimento del procedimento di sanatoria, con l’effetto di non aver potuto … Continua a leggere

Indennizzo da ritardo nella conclusione dei procedimenti ad istanza di parte: una volta scaduti i termini per la conclusione del procedimento, l’istante – nel termine perentorio di 20 giorni dalla scadenza del termine entro il quale il procedimento si sarebbe dovuto concludere – deve ricorrere all’Autorità titolare del potere sostitutivo di cui all’art. 2, comma 9-bis, l. n. 241/1990, richiedendo l’emanazione del provvedimento non adottato (nella fattispecie, ricorrendo tali presupposti, il Tar ha ritenuto fondata la domanda proposta dal ricorrente, accogliendola nella misura massima consentita, pari ad € 2.000).

(Tar Sardegna, sez. I, 12 maggio 2016, n. 428) «Va ricordato che l’obbligo dell’amministrazione di provvedere sull’istanza del privato sussiste, intanto, qualora quest’ultimo sia titolare di una posizione qualificata ed abbia un interesse concreto ed attuale ad ottenere il provvedimento richiesto. Poi, va ricordato che il silenzio rilevante ai fini del rito ex art. 31 … Continua a leggere

Anche gli atti e i provvedimenti che hanno come destinatari gli appartenenti alle Forze armate sono soggetti al rispetto dei principi fondamentali desumibili dalla l. n. 241/1990: in particolare, al militare, al pari di ogni cittadino, va garantito l’esercizio del diritto di difesa contro gli atti arbitrari della pubblica Autorità, in conformità allo spirito democratico che informa l’Ordinamento militare (nella fattispecie, il Tar ha annullato, per difetto di motivazione, il provvedimento recante il mutamento della sede di servizio e del tipo di incarico del ricorrente).

(Tar Friuli Venezia Giulia, sez. I, 17 marzo 2016, n. 91) «A seguito di riassunzione dopo la declinatoria di competenza da parte del T.A.R. per l’Emilia Romagna, il [ricorrente], tenente colonnello dell’Esercito con qualificazione di pilota elicotterista, impugna l’atto in epigrafe compiutamente indicato con il quale è stato trasferito dalla sede di Rimini a quella … Continua a leggere

Conflitto di interessi: l’ANAC conferma che – qualora sussista un conflitto di interessi, anche solo potenziale – l’obbligo di astensione dei pubblici dipendenti di cui all’art. 6-bis l. n. 241/1990 costituisce una regola di carattere generale che non ammette deroghe ed eccezioni, ma, allo stesso tempo, osserva che può non bastare (nella fattispecie, avendo rilevato la sussistenza del conflitto di interessi, l’ANAC ha deliberato di darne notizia al Sindaco ed al Responsabile della prevenzione della corruzione del Comune interessato).

(Autorità Nazionale Anticorruzione, delibera n. 209 del 2 marzo 2016) Con la delibera n. 209 del 2 marzo 2016, avente ad oggetto la segnalazione di presunte irregolarità e violazioni nell’attività amministrativa di un Comune, l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha deliberato quanto segue: «Con riferimento al punto concernente il conflitto di interesse, la richiesta di informazioni dell’Ufficio … Continua a leggere

L’incompletezza della domanda per la concessione di aiuti finanziari può costituire il presupposto per l’esercizio del dovere di soccorso istruttorio ai sensi della norma generale di cui all’art. 6, co. 1, lett. b), della legge n. 241 del 1990, che impone all’Amministrazione di richiedere all’interessato non solo «la rettifica di dichiarazioni o istanze erronee o incomplete», ma eventualmente anche di «ordinare esibizioni documentali» (nella fattispecie, osserva il Tar, l’attività istruttoria integrativa si sarebbe dovuta limitare alla specificazione di alcuni degli elementi presenti, in nuce, nella proposta presentata, e, quindi, non si sarebbe posta in contrasto con il principio della par condicio).

(Tar Sardegna, sez. I, 24 settembre 2015, n. 1045) «La [società ricorrente] contesta le motivazioni sopra riassunte deducendo, con il primo motivo, la violazione del punto 14 del bando relativo alla misura, ed eccesso di potere sotto diversi profili, perché il Comitato di valutazione avrebbe preteso un livello di dettaglio del programma delle attività improprio … Continua a leggere

La revoca di un provvedimento amministrativo non può assumere forma implicita, in quanto costituisce esercizio del potere di autotutela della p.a. implicante la necessità di esplicitare le ragioni giustificanti la nuova determinazione.

(Tar Lazio, Roma, sez. I, 18 settembre 2015, n. 11306) «Dal contenuto dei provvedimenti impugnati non si desume alcuna revoca delle autorizzazioni rilasciate alla ricorrente né la mancata individuazione “nominatim”, neppure in allegato, come sostenuto nel ricorso può portare a questa conclusione. La stessa [società ricorrente] non fornisce elementi certi in tale senso, supponendo solo … Continua a leggere

L’annullamento d’ufficio del permesso di costruire richiede un’espressa motivazione in ordine all’interesse pubblico concreto ed attuale al ripristino dello status quo ante, non essendo sufficiente l’intento di operare un mero astratto ripristino della legalità violata (nella fattispecie, il Tar ha ritenuto che il dedotto interesse pubblico diverso dal mero ripristino della legalità si presentasse, in sostanza, generico e legato a profili meramente economici).

(Tar Campania, Napoli, sez. VIII, 4 settembre 2015, n. 4286) «Il ricorso si palesa fondato. La situazione di affidamento ingenerata in capo al privato avrebbe richiesto una stringente motivazione di interesse pubblico per l’adozione del provvedimento di autotutela e una valutazione di prevalenza dello stesso in sede di bilanciamento con gli interessi del ricorrente, anche … Continua a leggere

Le risposte del sistema informatico sono oggettivamente imputabili all’Amministrazione, come plesso, e dunque alle persone che ne hanno la responsabilità: così, se lo strumento informatico determina situazioni anomale, vi è anzitutto una responsabilità di chi ne ha predisposto il funzionamento senza considerare tali conseguenze; ma v’è altresì la responsabilità, almeno omissiva, del dipendente che, tempestivamente informato, non si è adoperato per svolgere, secondo i principi di legalità e imparzialità, tutte quelle attività che, in concreto, possano soddisfare le legittime pretese dell’istante, nel rispetto, comunque recessivo, delle procedure informatiche.

(Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento, 15 aprile 2015, n. 149) «[O]sserva il Collegio come l’informatica costituisca sicuramente, per la pubblica Amministrazione, uno strumento ormai doveroso e imprescindibile, puntualmente disciplinato dall’ordinamento (d. lgs. 7 marzo 2005, n. 82, e relative norme attuative) al fine di raggiungere crescenti obiettivi di efficienza e efficacia dell’azione amministrativa. … Continua a leggere

I c.d. certificati bianchi, anche noti come “Titoli di Efficienza Energetica” (TEE), possono essere rilasciati dall’AEEG (e, a partire dal 3 febbraio 2013, dal GSE) solo in favore di imprese che dimostrino l’effettivo conseguimento di obiettivi di risparmio energetico.

(Tar Lombardia, Milano, sez. III, 23 febbraio 2015, n. 541) «Dall’esame degli atti risulta che la ricorrente ha presentato in data 24/07/2008 un progetto per la distribuzione alle famiglie di materiale per risparmio energetico consistente in rompigetto aerati, erogatori a basso flusso per doccia e lampade a risparmio energetico, disciplinato dalla deliberazione dell’Autorità per l’energia … Continua a leggere

L’attività di rilevamento fattuale degli abusi edilizi postula il contraddittorio con l’amministrato e consente a quest’ultimo – avvisato di fatto dell’avvio dell’iter procedimentale (nel caso di specie, al momento del sopralluogo congiunto dei tecnici comunali e dei vigili urbani) – di utilizzare tutte le altre facoltà di accesso infraprocedimentale, di impulso istruttorio, di dialettica per iscritto, utili a tutelare la propria posizione di interesse legittimo (e tutto ciò nonostante, per giurisprudenza costante, l’esercizio del potere repressivo degli abusi edilizi costituisca manifestazione di attività amministrativa doverosa, sicché non è necessario l’invio della comunicazione di avvio del procedimento per l’adozione dei relativi provvedimenti).

(Tar Calabria, Catanzaro, sez. II, 23 febbraio 2015, n. 316) «Va, intanto, ribadito che, per giurisprudenza costante, seguita da questo Tribunale, l’esercizio del potere repressivo degli abusi edilizi costituisce manifestazione di attività amministrativa doverosa, con la conseguenza che i relativi provvedimenti, quali l’ordinanza di demolizione, sono atti vincolati per la cui adozione non è necessario … Continua a leggere

Quantificazione del danno da ritardo: il Tar Abruzzo riepiloga le diverse tipologie di fattispecie che rientrano astrattamente in tale composita categoria e, con specifico riferimento al caso di specie, indica, ex art. 34, co. 4, c.p.a., i criteri di quantificazione del pregiudizio subito dalla ricorrente per il ritardo nell’emanazione del provvedimento richiesto – l’approvazione di un progetto per la realizzazione di un manufatto da adibire ad attività commerciale – ritenendo il danno pari al valore locatizio della superficie che la ricorrente avrebbe realizzato se il progetto fosse stato tempestivamente approvato, detratti i costi che la società avrebbe sostenuto per la realizzazione del progetto, oltre interessi legali e rivalutazione.

(Tar Abruzzo, L’Aquila, sez. I, 15 gennaio 2015, n. 33) «[C]ome già osservato da questo Tribunale con la sentenza n. 548/2011, non c’è dubbio che il danno da ritardo quale componente risarcibile, per equivalente, della lesione di un interesse legittimo pretensivo è concetto cui sono riconducibili diversi contenuti cha spaziano dal diritto ad una prestazione … Continua a leggere

La P.A. non può fondare il provvedimento conclusivo su ragioni del tutto nuove rispetto a quelle rappresentate nella comunicazione ex art. 10-bis della legge n. 241 del 1990, pena la violazione del diritto dell’interessato di effettiva partecipazione al procedimento, che si estrinseca nella possibilità di presentare le proprie controdeduzioni utili all’assunzione della determinazione conclusiva dell’ufficio.

(Consiglio di Stato, sez. III, 29 luglio 2014, n. 4021) «[E’] fondato il motivo col quale si lamenta la violazione dell’art. 10 bis della l. n. 241/1990. Assume rilievo la diversità di motivazione del provvedimento finale di diniego rispetto alle ragioni rappresentate nel preavviso di rigetto, in quanto l’obbligo di motivazione dei provvedimenti costituisce il … Continua a leggere

L’Amministrazione procedente può annullare in autotutela, senza preventiva riconvocazione della Conferenza di servizi, l’autorizzazione unica ex art. 12 d.lgs. n. 387/2003 originariamente rilasciata, posto che nel vigente ordinamento amministrativo il potere di autotutela spetta ontologicamente alla stessa Autorità che ha emanato il provvedimento da annullare o revocare (oltre che, in determinati casi, a quella gerarchicamente sovraordinata).

(Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, 14 maggio 2014, n. 282) «Con il primo e articolato motivo l’appellante deduce che l’Assessorato non poteva autonomamente intervenire in autotutela rispetto al deliberato della Conferenza ex art. 12 D. L. vo 387/2003 e che, sulla scorta del principio del contrarius actus, solo la Conferenza stessa avrebbe … Continua a leggere

Nell’ordinamento italiano, per costante elaborazione pretoria, non trova riconoscimento la teoria c.d. del “one shot”: si è infatti affermato che l’annullamento di un provvedimento amministrativo a carattere discrezionale che abbia negato la soddisfazione di un interesse legittimo pretensivo non determina la sicura soddisfazione del bene della vita, ma obbliga semplicemente l’Amministrazione a rinnovare il procedimento tenendo conto della portata conformativa della sentenza.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 25 marzo 2014, n. 1457) «[S]ebbene sia preferibile ed auspicabile che le Amministrazioni, provvedendo sulle istanze del privato, esternino in prima battuta tutti i motivi asseritamente ostativi, la prassi di indicare soltanto il “principale” motivo reiettivo non è ex se preclusiva a che, nel prosieguo del procedimento, ed anche a … Continua a leggere

Sulla possibilità, per il proprietario di un terreno rimasto privo di regolamentazione a causa della decadenza dei vincoli espropriativi, di presentare un’istanza volta a ottenere l’attribuzione di una nuova destinazione urbanistica e sull’obbligo per l’Amministrazione di definire il procedimento così avviato dal privato.

(Tar Sicilia, Palermo, sez. II, 21 febbraio 2014, n. 560) «[S]econdo l’orientamento consolidato della giurisprudenza che se, a causa della decadenza dei vincoli di natura espropriativa, un terreno sia rimasto privo di regolamentazione non vi è dubbio che il proprietario possa presentare un’istanza volta a ottenere l’attribuzione di una nuova destinazione urbanistica – così come … Continua a leggere

Si deve ritenere, in via generale, che la comunicazione dei motivi ostativi all’accoglimento di una domanda interrompe anche i termini per la formazione di un eventuale silenzio assenso, in quei casi in cui l’ordinamento ha inteso assegnare al silenzio serbato dall’amministrazione su un’istanza il valore di assenso alla richiesta.

(Consiglio di Stato, sez. III, 28 gennaio 2014, n. 418) La questione centrale del ricorso riguarda «l’avvenuta (contestata) formazione del silenzio assenso sulla domanda di installazione dell’impianto di telefonia mobile che era stata presentata dalla società [appellata] il 26 luglio 2005, ai sensi dell’art. 87 del d. lgs. n. 259 del 2003. [I]l T.A.R. per … Continua a leggere

Ai fini del risarcimento del danno, l’esclusione della possibilità di utilizzazione economica di un immobile – avvenuta nelle more tra la formazione del silenzio assenso sulla istanza di condono di cui trattasi e la molto successiva adozione del provvedimento espresso di rilascio della concessione in sanatoria – è ascrivibile al comportamento dell’Amministrazione (e non alla mera volontà della parte privata, che non ha proseguito i già realizzati lavori e non ha locato o venduto gli immobili realizzati, in applicazione di principi di comune e normale prudenza e diligenza, sussistendo il rischio di negativa conclusione del procedimento, anche mediante revoca del provvedimento tacito formatosi).

(Consiglio di Stato, sez. V, 13 gennaio 2014, n. 63) «Osserva la Sezione che la impugnata sentenza è basata sul sostanziale assunto che, poiché con la citata sentenza n. 763/1999 era stato affermato che la decorrenza del termine per la formazione del silenzio assenso sulla istanza di sanatoria di cui trattasi era cominciata dalla data … Continua a leggere

Quando l’Amministrazione attiva una nuova procedura ablatoria, deve indefettibilmente comunicare l’avvio di inizio del procedimento e tale comunicazione – che deve essere effettuata non al momento dell’adozione del decreto di occupazione di urgenza, ma in relazione ai precedenti atti di approvazione del progetto e di dichiarazione della pubblica utilità dell’opera (com’è correttamente avvenuto nella fattispecie) – non può considerarsi superflua, in via di fatto, neanche se afferente ad una procedura di rinnovazione di precedente progetto di opera pubblica o di dichiarazione di pubblica utilità.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 4 dicembre 2013, n. 5765) «[I]l primo giudice ha annullato la deliberazione sulla errata considerazione della assenza di comunicazione [all’odierno appellato] dell’avvio del procedimento di approvazione del progetto definitivo, contenente dichiarazione di pubblica utilità e apposizione di vincolo preordinato all’esproprio, mentre con nota del 24 marzo 2010 n.1562 e 17 … Continua a leggere

L’annullamento di una gara pubblica, specie se già culminata nell’aggiudicazione definitiva, implica la frustrazione dell’affidamento ingenerato in capo ai partecipanti e, in particolare, all’aggiudicatario, derivandone la necessità, ai sensi dell’art. 21-nonies della legge 241/1990, di una concreta e motivata ragione di interesse pubblico tale da giustificare comparativamente l’incisione delle posizioni in rilievo.

(Tar Friuli Venezia Giulia, sez. I, 25 novembre 2013, n. 614) «E’, invero, fondata e riveste carattere assorbente rispetto alle ulteriori dedotte la censura, contenuta nel terzo motivo di gravame, con cui parte ricorrente denuncia la mancata enunciazione dell’interesse pubblico perseguito dall’Amministrazione mediante l’annullamento dell’aggiudicazione definitiva della gara di che trattasi in grado di giustificare … Continua a leggere

Il Tar Reggio Calabria osserva che l’art. 48, comma 2 d.lgs. n. 163/2006 non è univoco nel disciplinare il termine “ad quem” della presentazione della documentazione da parte dell’aggiudicatario e del secondo concorrente in graduatoria non prima sorteggiati (dovendosi inferire dal rinvio al primo comma l’applicabilità alla fattispecie disciplinata dal secondo comma del termine finale di dieci giorni per la presentazione dei documenti), con la conseguenza che è possibile che, come nel caso di specie, l’ufficio procedente assegni un termine maggiore; ma in ogni caso, non può farsi carico alla concorrente che osserva tale termine una qualsiasi responsabilità per il ritardo, dal momento che quest’ultima versa in errore scusabile per fatto della stessa stazione appaltante.

(Tar Calabria, Reggio Calabria, 8 novembre 2013, n. 603) «In linea di principio, è condivisibile la prospettazione da cui parte la censura della parte ricorrente incidentale, circa la natura perentoria del termine di dieci giorni di cui all’art. 48 comma 2 del codice dei contratti, riconosciuta dalla giurisprudenza prevalente (cfr. da ultimo TAR Bari, Puglia, … Continua a leggere

Il Tar Trento, valorizzando il diritto di partecipazione espressamente codificato nella legge provinciale, ritiene che – quando l’Amministrazione provvede a modificare il piano adottato, accogliendo emendamenti od osservazioni che incidono sulla proprietà di terzi – è tenuta a fornire idonea comunicazione ai soggetti proprietari dell’area incisa in maniera diretta dalla modificazione, mediante ripubblicazione del PRG nella parte risultata modificata o a darne quanto meno comunicazione agli interessati, per consentire loro di presentare memorie e osservazioni di merito.

(Tar Trentino Alto Adige, Trento, 25 ottobre 2013, n. 351) «[La società ricorrente] ha impugnato il provvedimento con il quale il Consiglio comunale […] ha approvato in terza adozione la variante al piano regolatore comunale […], contestando principalmente la mancata ripubblicazione della variante a seguito dell’accoglimento da parte del Consiglio comunale di emendamenti presentati in … Continua a leggere

Il Consiglio di Stato ribadisce che – sebbene la con la legge generale sul procedimento amministrativo si sia assistito alla generalizzazione del dovere di rispettare il termine per la conclusione del procedimento (art. 2, l. n. 241/1990) – nessuna disposizione di legge ha elevato detto obbligo a requisito di validità dell’atto amministrativo, rimanendo dunque lo stesso confinato sul piano dei comportamenti dell’amministrazione, alla cui violazione l’interessato può reagire con l’azione avverso il silenzio.

(Consiglio di Stato, sez. V, 11 ottobre 2013, n. 4980) «Premesso che l’azione da cui trae origine il presente giudizio è di tipo impugnatorio, avverso il suddetto diniego di concessione, deve innanzitutto essere disattesa la prima censura, nella quale si sostiene che la stessa sarebbe inficiata da “un comportamento illegittimo” dell’amministrazione resistente, consistito nell’abnorme durata … Continua a leggere

Il provvedimento amministrativo preceduto da atti istruttori o da pareri può ritenersi adeguatamente motivato per relationem anche con il mero richiamo ad essi, a condizione che dal complesso degli atti del procedimento siano evincibili le ragioni giuridiche che supportano la decisione ed a condizione, altresì, che sia reso possibile all’interessato almeno di prenderne visione, di estrarne copia e di chiederne la produzione in giudizio.

(Consiglio di Stato, sez. VI, 4 ottobre 2013, n. 4896) «L’art. 3 della legge 7 agosto 1990, n. 241 prevede che le ragioni della decisione possono risultare da altro atto dell’amministrazione richiamato dalla decisione stessa. In quest’ultimo caso insieme alla comunicazione della decisione deve essere indicato e reso disponibile anche l’atto cui essa si richiama. … Continua a leggere

Il principio di economicità è valevole non solo a conformare l’attività dell’amministrazione, ma anche come principio di valutazione dei costi dell’attività edilizia in favore dei privati, sicché entrambi gli aspetti devono essere valutati congiuntamente ed in modo dinamico.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 24 settembre 2013, n. 4705) «Osserva la Sezione come [il principio di economicità] sia stato correttamente evocato dal giudice di prime cure come valevole non solo a conformare l’attività dell’amministrazione, ma anche come principio di valutazione dei costi dell’attività edilizia in favore dei privati. I due aspetti dello stesso tema … Continua a leggere

Nei procedimenti amministrativi, e segnatamente in quelli ad avvio di ufficio (quale il procedimento volto alla approvazione di un progetto di opera pubblica), la partecipazione dell’interessato non può che intervenire nell’ambito (ed in relazione all’oggetto) del procedimento già avviato: ciò comporta che non può ritenersi sussistente, in capo all’amministrazione, un dovere (o un onere) di interloquire con il privato, allorché questo, anziché proporre osservazioni nell’ambito e con riferimento all’oggetto del procedimento cui partecipa, proponga soluzioni alternative, tali da comportare non già la più efficace conclusione provvedimentale del procedimento, bensì la chiusura del procedimento medesimo.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 17 settembre 2013, n. 4616) «Il Collegio rileva la infondatezza dei motivi in precedenza definiti come afferenti ad aspetti procedimentali. Su tali aspetti, la sentenza ha osservato: – per un verso, che vi è stata notificazione dell’avvio del procedimento espropriativo, mediante comunicazione inviata alla madre dell’appellante, proprietaria dei suoli, in … Continua a leggere

L’Amministrazione può disporre la sospensione dell’efficacia di atti precedentemente adottati, pur in assenza di definitive determinazioni in sede di autotutela, ma non sine die.

(Tar Campania, Salerno, sez. II, 5 agosto 2013, n. 1741) «E’ meritevole di favorevole apprezzamento la censura, avente rilievo assorbente, di cui al terzo motivo di gravame, col quale si lamenta la mancata fissazione di un termine atto a limitare l’ambito temporale di efficacia del provvedimento interdittivo impugnato [recante la sospensione dell’attività di autolavaggio]. Invero, … Continua a leggere

L’esercizio del potere di revoca di contributi e finanziamenti pubblici è necessariamente correlato sia con la valutazione approfondita degli interessi che l’Amministrazione va a incidere sia con il tempo che la medesima Amministrazione ha fatto trascorrere.

(Tar Basilicata, sez. I, 26 luglio 2013, n. 424) «Con il secondo motivo viene dedotta la violazione dell’art. 21 nonies della legge 241/1990 s.m.i. nonché l’eccesso di potere per l’omessa considerazione degli interessi incisi dal provvedimento in autotutela, il difetto di motivazione e l’elusione del termine ragionevole. Anche questa doglianza è fondata (sul punto, in … Continua a leggere

Il comma 9 dell’art. 14-ter l. n. 241/1990 (che configurava l’atto finale del procedimento come un provvedimento necessariamente conforme alla determinazione di conclusione della conferenza di servizi cui al comma 6-bis) è stato abrogato dal d.l. n.78/2010, di talché la determinazione finale rappresenta il momento terminale della conferenza e assume, in conseguenza, valenza provvedimentale e autonoma potenzialità lesiva di posizioni giuridiche soggettive ed è suscettibile, quindi, di immediata impugnazione.

(Tar Calabria, Catanzaro, sez. I, 25 luglio 2013, n. 837) «La problematica attiene all’ammissibilità del ricorso per motivi aggiunti, che è teso ad impugnare il verbale della seduta conclusiva della conferenza di servizi, volta ad acquisire gli atti di assenso da parte delle amministrazioni cui è affidata la cura dei vari interessi coinvolti dalla costruzione … Continua a leggere

In tema di effetti dell’entrata in vigore delle previsioni contenute nel decreto c.d. salva Italia sui procedimenti di autorizzazione di esercizi commerciali in corso (nella fattispecie, esercizi di somministrazione di alimenti e bevande).

(Tar Lazio, Roma, sez. II Ter, 9 luglio 2013, n. 6721) «Nel caso di specie […] occorre rilevare che l’impugnato provvedimento di diniego è stato adottato successivamente all’emanazione ed all’entrata in vigore (25 marzo 2012) del decreto c.d. salva Italia, decreto legge 6 dicembre 2001, n. 201, convertito in legge, con modificazioni, dalle legge 22 … Continua a leggere

Sui limitati casi in cui può trovare concreta applicazione l’art. 13, comma 5, lett. a), d.lgs. n. 163/2006, quale ipotesi di speciale deroga rispetto alla disciplina di cui alla l. n. 241/1990, nonché sulla possibilità – nella fattispecie di cui al successivo comma 6 – di apporre degli omissis per le sole parti effettivamente da “secretare”.

(Tar Molise, sez. I, 16 luglio 2013, n. 494) «Considerato che con l’ultimo motivo aggiunto è stato impugnato il diniego di accesso all’offerta tecnica presentata dal concorrente controinteressato; ritenuto che l’accesso alla documentazione amministrativa e tecnica allegata alle offerte delle aggiudicatarie possa essere negato solo se congruamente motivato, con riferimento a informazioni riservate di natura … Continua a leggere

Nell’impianto della l. n. 47/1985, il decorso del termine per la formazione del silenzio-assenso sull’istanza di condono è collegato ad una condizione di effettività, ossia alla concreta possibilità da parte del Comune di esaminare nel merito la domanda: è dunque il mancato esercizio di questo potere che viene sanzionato con la decadenza per il decorso del termine stabilito, tutte le volte in cui (e nei limiti in cui) esso si rivela sostanzialmente ingiustificabile.

(Tar Calabria, Reggio Calabria, 17 luglio 2013, n. 470) «Il Comune […], nel costituirsi in giudizio, ha eccepito [….] l’inammissibilità del ricorso, in quanto non potrebbe ritenersi formato il silenzio – assenso in relazione alle istanze di condono presentate dalla controinteressata. Ciò in ragione del fatto che [l’istante, odierna controinteressata] ha dichiarato che l’ultimazione dell’edificio … Continua a leggere

In tema di “ragioni di impedimento derivanti da particolari esigenze di celerità” che consentono la deroga all’obbligo di comunicazione dell’avvio del procedimento.

(Consiglio di Stato, sez. III, 5 luglio 2013, n. 3581) «Fondato è il motivo di appello con cui il Ministero lamenta la violazione degli artt. 7 e ss. della l. 241/1990. Ad avviso del Collegio, correttamente l’Amministrazione non ha comunicato l’avvio del procedimento, come consente l’art. 7 della l. 241/90 in presenza di “ragioni di … Continua a leggere

Risarcimento del danno da lesione di interessi procedimentali ed onere della prova.

(Consiglio di Stato, sez. V, 21 giugno 2013, n. 3405) «Circa la consistenza dell’onere probatorio che incombe sulla parte che propone domanda di risarcimento del danno davanti al giudice amministrativo, nonché in ordine alla natura giuridica ed agli elementi costitutivi della responsabilità dell’amministrazione per la lesione di interessi procedimentali, incluso il ritardo nell’attivazione e conclusione … Continua a leggere

Sull’illegittimità degli atti della procedura espropriativa per omessa comunicazione di avvio del procedimento.

(Consiglio di Stato, sez. III, 4 giugno 2013, n. 3048) «Gli appellanti lamentano che il giudice di prime cure avrebbe erroneamente negato l’applicazione dell’obbligo di comunicare l’avvio del procedimento, in quanto la comunicazione di cui all’art. 7 della l. 241/90 dovrebbe considerarsi indefettibile nell’ipotesi, qui ricorrente, di una nuova procedura ablatoria. 13. Le ragioni espresse … Continua a leggere

Sul potere della P.A. di fissare termini perentori non previsti dalla legge.

(Tar Lombardia, Milano, sez. IV, 6 giugno 2013, n. 1463) «E’ emerso in maniera incontestata dagli atti del presente giudizio che il Comune […], in data 30.10.1995, è stato ammesso al finanziamento in relazione agli interventi rientranti nel programma quadriennale 92-95 di edilizia residenziale pubblica per un importo di £ 1.339.000.000. Parimenti è emerso in … Continua a leggere

Sulla “ragionevolezza” del termine entro cui l’Amministrazione può esercitare il potere di autotutela.

(Tar Lazio, Latina, sez. I, 24 maggio 2013, n. 492) «[C]ome ricordato anche dalla dottrina, l’art. 21-nonies della l. n. 241/1990, introdotto con la l. n. 15/2005, nell’esprimere in relazione al potere di annullamento d’ufficio il principio secondo cui tale potere deve essere esercitato entro un termine ragionevole, a presidio dell’affidamento legittimo consolidatosi con il … Continua a leggere

Sulla procedura di screening e sulla necessità che il provvedimento recante l’assoggettamento a valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) di un intervento sia preceduto dal preavviso di rigetto.

(Tar Veneto, sez. III, 23 maggio 2013, n. 747) «Il ricorso deve essere accolto per l’assorbente ragione consistente nella violazione dell’articolo 10 bis della legge 7 agosto 1990, numero 241, per non essere il provvedimento impugnato, relativo all’assoggettamento a valutazione di impatto ambientale del progetto presentato dalla società ricorrente, stato previamente oggetto di comunicazione dei … Continua a leggere

Per il Consiglio di Stato, le determinazioni conclusive delle conferenze decisorie (e, a maggior ragione, le prodromiche valutazioni espresse dalle amministrazioni partecipanti alla conferenza di servizi) hanno valenza meramente endoprocedimentale e, conseguentemente, non sono autonomamente impugnabili.

(Consiglio di Stato, sez. VI, 6 maggio 2013, n. 2417) «[U]na volta chiarito che in tema di conferenze di servizi decisorie prodromiche al rilascio delle autorizzazioni uniche di cui all’articolo 12, cit., trovano applicazione le coordinate interpretative proprie dell’autorizzazione unica, troverà altresì applicazione il consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui gli atti presupposti a tale rilascio … Continua a leggere

Il Tar Sicilia aderisce alla tesi della risarcibilità del danno da ritardo “puro”.

(Tar Sicilia, Palermo, sez. II, 16 aprile 2013, n. 828) «Per la problematica di riferimento [risarcimento del danno da ritardo] si rinvia alla ordinanza della IV sezione del Consiglio di Stato, 7 marzo 2005 n. 875, di rimessione all’Adunanza Plenaria di alcune questioni sul predetto danno, che ha ripartito in questo modo i possibili pregiudizi … Continua a leggere

L’eccesso di “consultazione” (il fatto ciò che l’Amministrazione procedente chieda pareri non previsti o non imposti) non determina – di per sé – un vizio dell’istruttoria, né vale ad inficiare la legittimità del provvedimento finale la semplice circostanza che, in sede di risposta alle osservazioni presentate dal ricorrente in seguito al preavviso di rigetto, detti pareri siano stati erroneamente indicati come pareri obbligatori e vincolanti.

(Consiglio di Stato, sez. VI, 29 aprile 2013, n. 2343) «In primo luogo, a fronte della chiara assenza dei presupposti per il condono, non vale ad inficiare la legittimità del provvedimento il fatto che l’Amministrazione abbia utilizzato, a sostegno dello stesso, due pareri (formulati rispettivamente dalla CEIC in data 18.6.2008 e dalla Soprintendenza per i … Continua a leggere

In tema di obbligo della Stazione appaltante di concludere, con provvedimento espresso e previo svolgimento dell’istruttoria ex art. 115 d.lgs. n. 163/2006, il procedimento di revisione dei prezzi avviato su istanza di parte.

(Tar Veneto, sez. I, 15 aprile 2013, n. 561) «Considerato in fatto che: – con lettera a.r. in data 2.08.2010 il Consorzio [ricorrente] ha formulato nei confronti dell’Azienda Unità Locale Socio Sanitaria […] formale richiesta ex art. 115 d.lgs. 163/06 di adeguamento del corrispettivo dell’espletato appalto avente ad oggetto il servizio triennale di pulizia svolto … Continua a leggere

Sul principio di irretroattività della legge e sul suo corollario “tempus regit actum” (nella fattispecie, in materia di disciplina applicabile all’autorizzazione alle emissioni in atmosfera a seguito di silenzio assenso ai sensi dell’art. 272, comma 3 d.lgs. n. 152/2006, nel testo vigente anteriormente alle modifiche di cui all’art. 3, comma 6 d.lgs. n. 128/2010).

(Consiglio di Stato, sez. V, 11 aprile 2013, n. 1973) «Va premesso che il principio di irretroattività della legge, codificato dall’art. 11 delle disposizioni sulla legge in generale, deve essere inteso come direttiva per il legislatore, il quale può derogarvi, con esclusione per i rapporti precedentemente sorti e già esauriti, cioè con il limite dei … Continua a leggere

Scaffale delle novità: G.M. Donato – R. Mastrofini, “Il responsabile del procedimento amministrativo. Obblighi e responsabilità”.

(G. Martino Editore, 2013; 270 p.; Cod. ISBN 978-88-95546-27-8; € 32) Ad oltre vent’anni dall’introduzione della legge sul procedimento amministrativo, ed in seguito alle modifiche che nel tempo hanno perfezionato le regole fondamentali poste a principio e guida dell’Amministrazione pubblica, il volume si presenta come uno strumento agile ed efficace che, nel prendere in esame … Continua a leggere

Accesso ai documenti e profili di riservatezza: sulla schermatura dei dati e sui riflessi processuali di tale modalità di ostensione dei documenti.

(Tar Campania, Napoli, sez. VI, 22 febbraio 2013, n. 1060) «[L’]accesso è stato illegittimamente negato e va, quindi, consentito. Resta da individuarne i confini. 6a- Al riguardo va in premessa evidenziato che il ricorso è stato notificato alla sola [Amministrazione resistente] e che (ancorchè alcuna eccezione sia stata, non a caso, formulata in proposito) non … Continua a leggere

Il Tar Sicilia aderisce all’orientamento che interpreta l’art. 31, comma 2 c.p.a. nel senso che la riproposizione dell’istanza di avvio del procedimento (una volta scaduti i termini per la proposizione del ricorso avverso il silenzio) comporta l’apertura di un nuovo procedimento, ove possibile, che terrà conto delle eventuali sopravvenienze.

(Tar Sicilia, Palermo, sez. II, 5 marzo 2013, n. 507) «La posizione del collegio in ordine all’eccepita inammissibilità del ricorso per tardiva proposizione del medesimo e quindi, in sostanza, per violazione del termine annuale di cui al comma 2 dell’art. 31 c.p.a. è molto chiara, essendo stata illustrata nell’ordinanza collegiale indicata in epigrafe e ribadita … Continua a leggere

Scaffale delle novità: M. Mariani (a cura di), “Procedimento amministrativo e accesso ai documenti. Commento sistematico alla Legge n. 241/1990 con giurisprudenza, formulario, raccolta normativa e tavola di confronto”.

(Nuova Giuridica, 2013 – VI ed.; 768 p.; Cod. ISBN 978-88-6383-167-2; € 52) Il diritto amministrativo ha recentemente attraversato una serie di radicali riforme: la concezione dello Stato-funzione, al servizio dei cittadini, si è progressivamente sostituita a quella dello Stato-soggetto. In tale ottica il legislatore ha recentemente rivisitato diversi istituti della Legge n. 241/1990. Salgono … Continua a leggere

Sulla contraddittorietà tra gli atti del procedimento, quale figura sintomatica dell’eccesso di potere.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 19 febbraio 2013, n. 1023) «Va evidenziato che il T.A.R. […] ha accolto il ricorso proposto in primo grado dai [condomini] avendo segnatamente riguardo alla contraddittorietà, da loro dedotta, tra il contenuto del titolo edilizio rilasciato [alla società appellante] e la precedente nota del Comune Prot. n. 91/28860 dd. 21 … Continua a leggere

In tema di garanzie procedimentali in caso di (asserita) revoca dell’affidamento del servizio di gestione del porto.

(Consiglio di Stato, sez. VI, 18 dicembre 2012, n. 6488) «Il provvedimento di revoca risulta adottato d’ufficio dal consiglio comunale, su proposta del Sindaco, e l’unico atto istruttorio è una consulenza di un commercialista privato, mentre difetta qualsivoglia avviso di avvio del procedimento e conseguentemente qualsivoglia partecipazione della società interessata, nonché qualsivoglia ulteriore attività istruttoria … Continua a leggere

Sull’incompetenza del segretario comunale a svolgere, in assenza di uno specifico atto di conferimento di funzioni, un compito di supplenza dei dirigenti impediti o assenti, nonché sulle conseguenze processuali dell’accoglimento di tale eccezione.

(Tar Lombardia, Brescia, sez. I, 15 novembre 2012, n. 1804) «[E’] fondato anzitutto il primo motivo di ricorso, incentrato sulla asserita incompetenza del Segretario comunale, autore dell’atto, rispetto al dirigente, competente in via generale ai sensi dell’art. 107 TUEL. Occorre infatti ricordare il testo della norma citata, comma 3, per cui “sono attribuiti ai dirigenti … Continua a leggere

Sul cd. dovere di soccorso istruttorio di cui all’art. 6, lett. b) l. n. 241/1990.

(Consiglio di Stato, sez. V, 5 dicembre 2012, n. 6248) «[A]i sensi dell’art. 6 della L. n. 241 del 1990 è prevista la generale possibilità di chiedere la regolarizzazione delle dichiarazioni lacunose e della documentazione incompleta (c.d. soccorso istruttorio). Anche se non è previsto un obbligo assoluto e incondizionato in tal senso, dovendo comunque essere … Continua a leggere

La comunicazione del provvedimento amministrativo tramite fax è idonea a determinare la piena conoscenza dello stesso e, quindi, a far decorrere il termine di impugnazione.

(Tar Toscana, sez. I, 6 dicembre 2012, n. 1942) «Premesso che con il presente ricorso è impugnata l’aggiudicazione a favore della controinteressata di un appalto per la realizzazione di lavori pubblici, lamentando che nel progetto tecnico dell’aggiudicataria mancasse documentazione relativa alla sua offerta migliorativa di cui sarebbe stata prevista, dalla legge di gara, la produzione … Continua a leggere

Per il Tar Calabria, la tutela risarcitoria non può essere accordata in relazione alla mera “perdita di tempo”.

(Tar Calabria, Catanzaro, sez. I, 20 novembre 2012, n. 1120) «La disciplina inerente la risarcibilità del cosiddetto “danno da ritardo”, già prevista dall’art. 2-bis, I° comma, della legge 7.8.1990 n. 241, introdotto dall’art.7, I° comma, lett. c), della legge 18.6.2009 n. 69 (“Le pubbliche amministrazioni e i soggetti di cui all’articolo 1, comma 1-ter, sono … Continua a leggere

In caso di revoca della procedura di project financing, l’indennizzo può essere riconosciuto solo allorquando si tratti di rapporti destinati a persistere nel tempo, e, quindi, solo in presenza di una situazione giuridica stabile e consolidata.

(Tar Campania, Napoli, sez. I, 18 settembre 2012, n. 3888) «[I]nnanzitutto, la revoca della procedura di project financing è intervenuta prima dell’entrata in vigore dell’art. 21 quinquies della legge n. 241/1990, che ha introdotto l’obbligo di indennizzo in caso di revoca di provvedimenti amministrativi che sia pregiudizievole per i soggetti direttamente interessati, trovando giustificazione la … Continua a leggere

Sull’interpretazione del generale obbligo di comunicazione di avvio del procedimento ex art. 7 l. n. 241/1990 e sulle ipotesi in cui, invece, tale avviso dovrebbe diventare superfluo.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 17 settembre 2012, n. 4925) «[L]a necessità della comunicazione dell’avvio del procedimento ai destinatari dell’atto finale è stata prevista in generale dal menzionato art. 7 non soltanto per i procedimenti complessi che si articolano in più fasi (preparatoria, costitutiva ed integrativa dell’efficacia), ma anche per i procedimenti semplici che si … Continua a leggere

Sulle ragioni che determinano l’inammissibilità dell’integrazione postuma della motivazione, sia in generale che, in particolare, per la materia pensionistica.

(Corte dei conti, sez. giurisdizionale per la Regione Siciliana, 19 giugno 2012, n. 2033) «Nel merito del caso in questione, la ricorrente rivendica l’annullamento dell’atto dell’amministrazione eccependo l’eccesso di potere per difetto di motivazione. Con l’avvento dell’art.3 della legge 241/1990 e della legge regionale Sicilia 10/1991, tale vizio si è trasformato da eccesso di potere … Continua a leggere

Qualora sia un’Amministrazione incompetente a procedere alla convocazione, alla direzione dei lavori e alla dichiarazione di chiusura della conferenza di servizi, tutta l’attività procedimentale svolta è inequivocabilmente viziata.

(Consiglio di Stato, sez. VI, 1° agosto 2012, n. 4400) «[P]oiché il procedimento si è concentrato nei lavori della conferenza di servizi, è opportuno premettere alcune considerazioni circa la natura di tale istituto, che l’art. 12 d.lgs. 29 dicembre 2003, n. 387 prevede per il rilascio dell’autorizzazione unica regionale per la realizzazione e la gestione … Continua a leggere

Al vicino che è stato danneggiato dalla esecuzione delle opere edilizie realizzate va riconosciuta la qualità di controinteressato (cui il ricorso deve essere notificato), avendo egli un interesse qualificato a difendere la propria posizione giuridica di titolare di un diritto di proprietà.

(Consiglio di Stato, sez. VI, 29 maggio 2012, n. 3212) «Secondo la pacifica e costante interpretazione, il ricorso deve essere notificato ad almeno un controinteressato, a pena di decadenza; solo se il ricorso è notificato ad almeno un controinteressato, è ammissibile, salvo ordine di integrazione del contraddittorio. 7.3. Il Collegio non ignora l’orientamento giurisprudenziale, espresso … Continua a leggere

Il rispetto meramente formale dell’obbligo di comunicazione di avvio del procedimento non esclude l’effetto invalidante sortito da una condotta amministrativa che, nel suo complesso, finisca per impedire una partecipazione influente ed efficace dei soggetti interessati.

(Consiglio di Stato, sez. V, 13 giugno 2012, n. 3470) «[I]l rispetto delle regole partecipative cristallizzate dalla citata legge n. 241/1990 e della ratio che le anima, impone che la comunicazione di avvio del procedimento venga effettuata in tempo e con modalità tali da consentire la partecipazione influente ed efficace dei soggetti interessati al processo … Continua a leggere

Quand’anche fosse possibile far valere il rimedio di cui all’art. 2932 c.c. in relazione ad obbligazioni nascenti da accordi amministrativi, la sentenza costitutiva ex art. 2932 c.c. non potrebbe comunque essere pronunciata se gli effetti da essa prodotti non siano sufficientemente delineati già dalle parti.

(Tar Lazio, Roma, sez. III, 14 giugno 2012, n. 5497) Nella fattispecie, dall’accordo in esame non può derivare l’obbligo indicato da parte ricorrente, «…trattandosi di una attività amministrativa, per la quale non sono individuabili obblighi di fare suscettibili di tutela giurisdizionale, a prescindere dalla circostanza che gli accordi risultano scaduti. Si tratta infatti di attività … Continua a leggere

Non sussiste violazione del divieto di integrazione postuma della motivazione in giudizio tutte le volte in cui l’omissione di motivazione successivamente esternata non abbia leso il diritto di difesa dell’interessato e, comunque, in fase infraprocedimentale fossero state percepibili le ragioni sottese all’emissione del provvedimento gravato.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 7 giugno 2012, n. 3376) «[I]l principio postulante la inammissibilità della integrazione postuma della motivazione in giudizio, ha sofferto di qualche temperamento nella giurisprudenza più recente di questo Consiglio di Stato, anche in relazione al sopravvenuto disposto del comma 2 dell’art. 21 octies legge 15/2005 (ex multis: “sebbene il divieto … Continua a leggere

Anche agli accordi tra amministrazioni si applicano i principi civilistici sulle obbligazioni ed i contratti, ivi incluso, quindi, l’art. 1372 c.c., con conseguente vincolatività delle reciproche obbligazioni contratte, rispetto alle quali ciascuna parte non inadempiente ha diritto a pretendere l’esecuzione.

(Consiglio di Stato, sez. VI, 29 maggio 2012, n. 3202) «Agli accordi tra pubbliche amministrazioni (detti anche accordi di tipo orizzontale, in ragione della posizione di equiordinazione in cui versano le parti) si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni previste dall’art. 11, commi 2 e 3, della legge n. 241 del 7 agosto 1990, e … Continua a leggere

In ipotesi di segnalazioni sottoscritte, circostanziate e documentate, relative alla commissione di abusi edilizi, l’Amministrazione ha comunque l’obbligo di attivare un procedimento di controllo e verifica, la cui conclusione deve essere espressa, sia essa nel senso dell’esercizio dei poteri sanzionatori, che in quella della motivata archiviazione.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 4 maggio 2012, n. 2592) «Non v’è dubbio che la tutelabilità dell’affidamento ingeneratosi in capo al privato circa la legittimità dell’azione amministrativa della quale egli è destinatario sia principio che ha ormai trovato, sulla spinta della giurisprudenza comunitaria, piena cittadinanza pur a fronte di un’attività autoritativa e discrezionale. Fonda le … Continua a leggere

La tutela del legittimo affidamento del privato deve essere contenuta entro precisi limiti delineati dall’esistenza di elementi positivi idonei ad ingenerare, ragionevolmente, il convincimento circa un determinato assetto degli interessi.

(Tar Lazio, Roma, sez. I, 16 maggio 2012, n. 4455) «[R]isolvendosi la tutela del legittimo affidamento del destinatario dei provvedimenti amministrativi in un limite all’azione della Pubblica Amministrazione, la quale, nel rispetto dei principi fondamentali fissati dall’art. 97 della Costituzione, è tenuta ad improntare la sua azione non solo agli specifici principi di legalità, imparzialità … Continua a leggere

Il Consiglio di Stato precisa che tra l’atto preannunciato con l’avviso di avvio del procedimento ed il provvedimento finale deve sussistere un rapporto di congruità, non di identità, tra gli elementi essenziali.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 17 maggio 2012, n. 2852) «Il possibile scostamento tra i contenuti dell’avviso di avvio del procedimento e quelli del provvedimento finale non rappresenta un elemento patologico del sistema, ma dimostra al contrario come l’amministrazione, lungi dal porre in essere una condotta solo formalmente osservante della posizione del privato, abbia agito … Continua a leggere

Il diniego di autotutela è generalmente privo di autonoma portata lesiva e si fonda su ragioni di merito amministrativo, che esulano dalla giurisdizione di qualsivoglia giudice; solo nel caso in cui l’Amministrazione, sollecitata ad esercitare l’autotutela, emetta un atto di conferma in senso proprio (e non meramente confermativo) del provvedimento originario, la nuova determinazione costituisce atto autonomamente lesivo e pertanto impugnabile.

(Consiglio di Stato, sez. V, 3 maggio 2012, n. 2549) «L’art. 21-nonies l. n. 241 del 1990 ha disciplinato i presupposti e le forme dell’annullamento d’ufficio, ma non ha modificato la natura del potere, e non lo ha trasformato da discrezionale in obbligatorio, né ha previsto un interesse legittimo dei privati all’autotutela amministrativa. Il potere … Continua a leggere

Nell’ambito della conferenza di servizi, il ricorso va notificato a tutte le amministrazioni che hanno espresso pareri o determinazioni che la parte ricorrente avrebbe avuto l’onere di impugnare autonomamente, se fossero stati emanati al di fuori di tale peculiare modulo procedimentale.

(Consiglio di Stato, sez. V, 2 maggio 2012, n. 2488) «[L’]utilizzo del modulo procedimentale della conferenza di servizi – che come tale non configura un ufficio speciale della p.a., autonomo rispetto ai soggetti che vi partecipano – non altera le regole che presiedono, in via ordinaria e generale, all’individuazione delle autorità emananti, con la conseguenza … Continua a leggere

Il contenuto sostanziale del provvedimento conclusivo di diniego si deve inscrivere nello schema delineato dalla comunicazione ex art. 10-bis l. n. 241 del 1990 e s.m.i. ed è altresì necessario che della valutazione delle controdeduzioni del privato, effettuata dall’Amministrazione, resti traccia nella motivazione del provvedimento finale.

(Tar Sicilia, Palermo, sez. II, 19 aprile 2012, n. 826) «[A]nche se non deve sussistere un rapporto di identità, tra il preavviso di rigetto e la determinazione conclusiva del procedimento, né una corrispondenza puntuale e di dettaglio tra il contenuto dei due atti, ben potendo la pubblica amministrazione ritenere, nel provvedimento finale, di dover meglio … Continua a leggere

Non esiste alcun profilo astrattamente ostativo alla proponibilità dell’azione ex art. 31 c.p.a. rispetto al procedimento per l’emanazione di atti generali, pianificatori e normativi, ferma restando la necessità di verificare, in concreto, la sussistenza della legittimazione attiva in capo al ricorrente.

(Consiglio di Giustizia amministrativa per la Regione siciliana, 19 aprile 2012, n. 396) «In primo luogo, è lo stesso dato normativo a smentire che l’art. 2 (il cui comma 8, anche nel testo vigente all’epoca della vicenda in esame, consente il ricorso all’azione ex art. 31 c.p.a., già art. 21-bis legge 6 dicembre 1971, n. … Continua a leggere

In via generale, un parere vincolante non deve essere oggetto di immediata ed autonoma impugnazione entro il termine decadenziale previsto per il ricorso giurisdizionale, salvi i casi in cui l’amministrazione procedente: a) non avanzi oltre nel procedimento amministrativo, determinandosi così un arresto procedimentale; b) comunichi all’interessato il parere vincolante contrario reso dall’organo consultivo, manifestando cioè la volontà di “farlo proprio”.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 28 marzo 2012, n. 1829) «Questo Collegio non ignora l’orientamento di quella giurisprudenza del giudice amministrativo, la quale ritiene immediatamente impugnabili, tra gli altri, quei particolari atti endoprocedimentali rappresentati dai pareri vincolanti. Si è, infatti, sostenuto: – in via generale, che è impugnabile in sede giurisdizionale, in quanto lesiva di … Continua a leggere

La comunicazione dei motivi ostativi di cui all’art. 10-bis l. n. 241 del 1990 e s.m.i. è priva di immediata lesività ed è pertanto impugnabile solo insieme al provvedimento finale, nel termine di decadenza previsto per l’impugnazione di quest’ultimo.

(Tar Lazio, Roma, sez. III Ter, 12 aprile 2012, n. 3359) «[L]a comunicazione dei motivi ostativi di cui all’art. 10 bis, legge n. 241 del 1990 è priva di immediata lesività, attesa la funzione che le è propria di consentire alla parte di partecipare attivamente al procedimento, ed, in ipotesi, di far pervenire l’autorità competente … Continua a leggere

Il Tar Puglia sottolinea le conseguenze che derivano dalla natura eccezionale del procedimento semplificato di variazione dello strumento urbanistico per l’insediamento di impianti produttivi ex art. 5 D.P.R. n. 447 del 1998.

(Tar Puglia, Lecce, sez. I, 12 aprile 2012, n. 620) «L’art. 5 del D.P.R. n. 447 del 1998 che disciplina il procedimento semplificato di variazione dello strumento urbanistico, stabilisce che: “Qualora il progetto presentato sia in contrasto con lo strumento urbanistico, o comunque richieda una sua variazione, il responsabile del procedimento rigetta l’istanza. Tuttavia, allorché … Continua a leggere

Sull’obbligo dell’Amministrazione di dar conto dell’interesse pubblico all’annullamento in autotutela di un provvedimento amministrativo.

(Tar Lazio, Roma, sez. I Ter, 20 marzo 2012, n. 2683) «[L]’annullamento in autotutela di un provvedimento amministrativo impone la precisa individuazione delle ragioni di pubblico interesse che giustificano l’adozione del provvedimento di secondo grado. Per quanto attiene precipuamente alle gare pubbliche, la potestà di annullamento in autotutela degli atti è espressamente ricondotta al principio … Continua a leggere

L’inapplicabilità alla materia edilizia delle disposizioni che obbligano l’Amministrazione a comunicare agli interessati l’avvio del procedimento, non esclude la necessità del contraddittorio.

(Tar Lazio, Roma, sez. II Bis, 20 marzo 2012, n. 2679) «[O]ramai è consolidato l’indirizzo giurisprudenziale che esclude per le pratiche edilizie l’applicabilità della normativa generale sul procedimento amministrativo dettata dalla legge n. 241/1990, in virtù delle discipline speciali vigenti nel settore e del principio di non necessità della comunicazione di avvio dei procedimenti aperti … Continua a leggere

Non sussiste alcun obbligo di dare comunicazione ai proprietari di immobili vicini dell’avvio del procedimento con cui si consente la trasformazione del territorio.

(Consiglio di Stato, sez. V, 26 gennaio 2012, n. 338) «[L]‘art. 7 della l. n. 241/1990 prevede l’obbligo di comunicare l’avvio del procedimento non solo ai soggetti nei confronti dei quali il provvedimento finale è diretto a produrre effetti diretti, ma anche ai diversi soggetti, individuati o facilmente individuabili, che, pur non essendo destinatari del … Continua a leggere

La persona del responsabile del procedimento, di norma, è da ritenersi irrilevante ai fini della legittimità del provvedimento, né l’articolo 8 della legge n. 241/1990 dispone alcunché in ordine ai mutamenti di tale soggetto.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 26 gennaio 2012, n. 351) Il Consiglio di Stato ha confermato il rigetto della censura per la quale l’indebita sostituzione del responsabile del procedimento avrebbe implicato la violazione dell’articolo 8 della legge n. 241/1990, che, nella tesi del ricorrente, consentirebbe la sostituzione solo in casi specifici di forza maggiore. Infatti, … Continua a leggere

Allorquando sia trascorso un notevole lasso di tempo tra la commissione dell’abuso e la risposta sanzionatoria, l’Amministrazione non può non considerare l’affidamento medio tempore maturato, tanto più laddove vi siano provvedimenti anche taciti con valore di assenso, o comunque si siano perfezionati gli effetti previsti dalla legge per l’esercizio legittimo di una determinata attività.

(Tar Puglia, Bari, sez. III, 15 dicembre 2011, n. 1890) «A seguito del giudicato di cui alla sentenza n.2096 del 17 settembre 2009 di questo Tribunale, l’esercizio del potere sanzionatorio dell’Autorità comunale in merito agli interventi assentiti a seguito delle DIA del 7 giugno 1999 e 21 marzo 2000 veniva palesemente conformato, imponendo la preventiva … Continua a leggere

Sulle ipotesi in cui può diventare superflua la comunicazione di avvio del procedimento.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 15 dicembre 2011, n. 6618) «[S]econdo la condivisibile giurisprudenza amministrativa le norme sulla partecipazione del privato al procedimento amministrativo non vanno applicate meccanicamente e formalmente, nel senso che occorra annullare ogni procedimento in cui sia mancata la fase partecipativa, dovendosi piuttosto interpretare nel senso che la comunicazione è superflua – … Continua a leggere

La violazione dell’art. 10-bis della l. n. 241/1990 può produrre l’illegittimità del provvedimento finale soltanto se il privato fornisce indicazioni utili a spiegare la rilevanza, in concreto, dell’omissione del preavviso di rigetto.

(Tar Lazio, Roma, sez. I, 11 ottobre 2011, n. 7866) «[L]a violazione dell’art. 10-bis della l. 241/1990 non potrebbe, comunque, ritenersi tale da produrre ex se l’illegittimità del provvedimento finale. Si osserva, al riguardo, da un lato, che la disposizione sul preavviso di rigetto deve essere interpretata alla luce del successivo art. 21-octies, comma 2 … Continua a leggere

Il contenuto del provvedimento conclusivo di diniego deve essere sostanzialmente corrispondente a quello del preavviso di rigetto.

(Tar Sardegna, sez. I, 11 ottobre 2011, n. 967) «[S]e è vero che l’art. 10-bis, l. n. 241 del 1990, introdotto dall’art. 6, l. n. 15 del 2005, che stabilisce l’obbligo per l’amministrazione nei procedimenti ad istanza di parte del c.d. « preavviso di rigetto », non impone la puntuale e analitica confutazione delle argomentazioni … Continua a leggere

Integrazione postuma della motivazione, comunque, a raggio ridotto.

(Tar Campania, Napoli, sez. III, 4 ottobre 2011, n. 4627) «In disparte la questione della eventuale ammissibilità, dopo l’introduzione dell’art. 21-octies nella legge n. 241 del 1990 ad opera della legge n. 15 del 2005, dell’integrazione postuma della motivazione del provvedimento (pur negata da cospicua giurisprudenza recente), il Collegio rileva che, in ogni caso, anche … Continua a leggere

Giusto procedimento e conseguenze della mancata collaborazione partecipativa del privato alla fase istruttoria.

(Tar Lazio, Roma, sez. II bis, 30 settembre 2011, n. 7643) «[C]ostituisce principio comune in materia di procedimento amministrativo quello secondo cui la partecipazione degli interessati alla fase istruttoria di un procedimento è riferibile alla normale attività di collaborazione tra privati e amministrazione. Ne consegue che in mancanza di un riscontro del privato della specifica … Continua a leggere

L’obbligo di provvedere sulle istanze in autotutela è incoercibile.

(Tar Campania, Napoli, sez. I, 25 luglio 2011, n. 3989) Il ricorrente, usufruttuario di una quota significativa di una casa di cura provvisoriamente accreditata con il S.S.N., esponeva di aver in atto un complesso contenzioso con la direzione manageriale della casa di cura, sfociato anche in iniziative giudiziarie di carattere penale, volto ad evidenziare presso … Continua a leggere

Il Consiglio di Stato trae le conseguenze dell’autonomia del pregiudizio “da mero ritardo” prodotto dall’inosservanza dolosa o colposa del termine di conclusione del procedimento, ai sensi dell’art. 2-bis, comma 1, l. n. 241/1990 (ora trasfuso nell’art. 30, comma 4, c.p.a).

(Consiglio di Stato, sez. III, 3 agosto 2011, n. 4639) L’Amministrazione proponeva appello avverso la sentenza definitiva del Tar Lazio di condanna al risarcimento dei danni nei confronti della società ricorrente in primo grado, condanna disposta ai sensi dell’art. 2-bis, comma 1, della l. n. 241/1990 per “danno da mero ritardo”. La difesa erariale deduceva … Continua a leggere

La revoca delle autorizzazioni all’emissione in atmosfera già assentite è un provvedimento di secondo grado che, in quanto incidente su posizioni giuridiche consolidate, necessita della partecipazione dell’interessato al relativo procedimento.

(Tar Sicilia, Palermo, sez. I, 21 luglio 2011, n. 1443) La società ricorrente impugnava il provvedimento dell’Amministrazione regionale di revoca dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, nonché il conseguente provvedimento dell’Amministrazione provinciale di divieto di prosecuzione dell’attività di recupero dei rifiuti con annesso ordine di cessazione dell’impianto. Tra le diverse censure proposte con il ricorso principale, … Continua a leggere

L’obbligo di comunicazione dell’avvio del procedimento può sussistere anche se l’attività è vincolata, alla luce della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

(Tar Puglia, Bari, sez. III, 18 luglio 2011, n. 1114) La ricorrente esponeva di aver presentato DIA per lavori di ristrutturazione edilizia, consistenti nella demolizione e successiva ricostruzione di un fabbricato di sua proprietà. A seguito di un primo sopralluogo effettuato da agenti della Polizia Municipale e di un successivo effettuato dall’UTC, il Dirigente dell’Area … Continua a leggere

Fin dove si estende il principio di proporzionalità dell’azione amministrativa?

(Tar Abruzzo, Pescara, sez. I, 24 giugno 2011, n. 399) L’impugnativa sottoposta all’esame del giudice amministrativo aveva ad oggetto un’ingiunzione di demolizione e rimessa in pristino emessa dalla Capitaneria di porto a carico della ditta ricorrente, per aver effettuato modifiche e innovazioni su opere in maniera difforme rispetto a quanto autorizzato. La ditta ricorrente aveva … Continua a leggere

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