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Informative antimafia

Questa categoria contiene 18 articoli

Interdittiva antimafia e controllo giudiziario ex art. 34-bis del d.lgs. n. 159/2011: è illegittimo il provvedimento prefettizio che, nel ribadire la misura interdittiva dopo l’esito positivo del controllo, si basi su una lettura dei contatti tra l’impresa e la criminalità organizzata meramente reiterativa di quella già posta a fondamento della precedente informazione antimafia, senza corredarla di elementi nuovi ovvero senza porre in evidenza i profili per i quali quelli già precedentemente valutati dal Tribunale della prevenzione siano espressivi di un “quid pluris”, in termini di condizionamento mafioso, non adeguatamente colti in sede di controllo giudiziario e tali da collocare il pericolo di contagio mafioso dell’impresa ad un livello di intensità superiore a quello della mera “occasionalità”.

(Consiglio di Stato, sez. III, 7 febbraio 2023, n. 1275) «Il tema principale della controversia, sulla base del concreto dipanarsi della vicenda procedimentale, attiene alle modalità di esercizio del potere interdittivo nella peculiare ipotesi in cui l’impresa destinataria di informazione antimafia interdittiva, avendo impugnato il relativo provvedimento, abbia fatto richiesta al Tribunale competente per le … Continua a leggere

Sull’interpretazione restrittiva della sottrazione all’accesso difensivo (nella specie, agli atti propedeutici all’adozione di una interdittiva antimafia) anche alla luce dell’art. 41 della Carta di Nizza, nonché dell’art. 6 della CEDU e dello stesso art. 111 della Costituzione.

(Tar Emilia Romagna, Bologna, sez. I, 5 luglio 2022, n. 537) «L’art 22 c. 1, lett b) legge n. 241/90, nel testo novellato dalla legge 11 febbraio 2005 n.15, richiede per la legittimazione attiva all’esercizio del diritto di accesso la titolarità “di interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata … Continua a leggere

Ricorso per l’impugnazione della revoca del rating di legalità dell’AGCM unitamente all’interdittiva antimafia: la controversia deve essere decisa dal Tar territorialmente competente e non dal Tar Lazio, funzionalmente competente a decidere sugli atti dell’AGCM; e ciò sia in forza dell’applicazione della regola posta dall’art. 13, comma 4-bis, c.p.a., sia perché ricorre la stessa esigenza di evitare una pluralità di giudicati sulla legittimità del medesimo provvedimento prefettizio, già valorizzata dalla pronuncia dell’Adunanza Plenaria 7 novembre 2014, n. 29.

(Consiglio di Stato, sez. III, ord. 22 aprile 2022, n. 1890) «Considerato che l’appellante ha impugnato l’ordinanza del T.A.R. della Campania, sede di Napoli, che in accoglimento della domanda cautelare proposta con il ricorso per motivi aggiunti di primo grado ha sospeso l’efficacia del provvedimento dell’AGCM -OMISSIS-, recante la comunicazione di revoca del Rating di … Continua a leggere

I principi elaborati dalla giurisprudenza amministrativa in tema di responsabilità della P.A. si applicano anche ai danni che derivano al privato dall’adozione di una informativa antimafia illegittima: in particolare, l’onere della prova a carico dell’Amministrazione non è in qualche modo attenuato, né la responsabilità può essere circoscritta solo a gradi più elevati di colpa.

(Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, 3 giugno 2020, n. 372) «La responsabilità per danni in cui incorre la pubblica amministrazione per i suoi provvedimenti illegittimi è stata ricostruita dalla giurisprudenza amministrativa secondo il paradigma dell’illecito civile extracontrattuale ex art. 2043 c.c. 9.4. Secondo tale modello, incombe sul soggetto danneggiato l’onere di provare … Continua a leggere

Interdittive antimafia: l’art. 67, comma 4, del Codice antimafia (d.lgs. n. 159/2011) stabilisce un limite temporale di cinque anni, oltre il quale non sono più efficaci i divieti e le decadenze previsti dal primo e dal secondo comma dello stesso art. 67; tale limite temporale, per effetto del rinvio al comma 4 contenuto nel comma 8, trova applicazione anche ai divieti scaturenti dalle condanne indicate nello stesso comma 8.

(Tar Lombardia, Milano, sez. I, 28 agosto 2017, n. 1777) «La comunicazione antimafia interdittiva impugnata si fonda su una condanna emessa a carico del sig. -OMISSIS-, socio accomandatario della società ricorrente, il 5.11.2007 dalla Corte d’Appello di Firenze, divenuta irrevocabile in data 1.1.2008, per associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti (art. 74 del d.P.R. … Continua a leggere

E’ illegittimo il diniego della domanda di iscrizione nella “white list” non preceduto dal preavviso di rigetto di cui all’art. 10-bis l. n. 241 del 1990 (nel caso di specie, il Consiglio di Stato ha evidenziato, in particolare, l’erroneità della sentenza di primo grado nella parte in cui non ha considerato che la partecipazione procedimentale della società ricorrente avrebbe consentito di fare emergere la circostanza dell’avvenuto licenziamento dei due cognati dell’amministratore, invece ignorata dalla Prefettura).

(Consiglio di Stato, sez. III, 20 settembre 2016, n. 3913) «E’ […] pacifico che l’amministrazione non ha comunicato all’istante il preavviso del provvedimento sfavorevole con ciò impedendogli di dare adeguato rilievo alle circostanze sopravvenute. 1.2. Non può condividersi in proposito l’affermazione del Giudice di prime cure secondo la quale l’eventuale invio del preavviso di rigetto … Continua a leggere

Informativa interdittiva antimafia: sui principi desumibili in materia dalla legislazione di prevenzione amministrativa antimafia, ai quali si devono ispirare l’attività amministrativa e la conseguente interpretazione in sede giurisdizionale.

(Tar Campania, Napoli, sez. I, 27 maggio 2016, n. 2756) «[E’] opportuno premettere passi di una condivisile e recente decisione del Consiglio di Stato in cui sono illustrati i principi desumibili in materia dalla legislazione di prevenzione amministrativa antimafia, ai quali si devono ispirare l’attività amministrativa e la conseguente interpretazione in sede giurisdizionale (Consiglio di … Continua a leggere

Informativa antimafia atipica: l’onere di motivazione che – ai sensi dell’art. 10, comma 9, d.P.R. n. 252/1998 – grava sull’Amministrazione (la quale è legittimata a tenere conto delle informazioni ricevute “ai fini delle valutazioni ‘discrezionali’ ammesse dalla legge”) non può essere legittimamente assolto con l’intervenuta adesione ad un protocollo di legalità e con la diretta, mera adesione per relationem al contenuto dell’informativa ricevuta.

(Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, 18 febbraio 2016, n. 41) «[…] Quanto alle residue censure, appaiono invece da accogliere quelle intese a sottolineare la assenza di congrua motivazione del provvedimento contestato. Al di là infatti di ogni possibile valutazione in ordine agli elementi posti a fondamento della informativa prefettizia, è certo che … Continua a leggere

L’art. 32, comma 10, d.l. n. 90/2014 (che prevede il potere del Prefetto di disporre la straordinaria e temporanea gestione dell’impresa limitatamente alla completa esecuzione del contratto di appalto ovvero dell’accordo contrattuale o della concessione, anche nei casi in cui sia stata emessa un’informativa antimafia interdittiva) mira principalmente a tutelare l’interesse pubblico alla prosecuzione del rapporto contrattuale già instaurato, senza gravare l’Amministrazione dell’onere di espletare una nuova gara, e, quindi, mira a salvaguardare l’attuazione dei principi di efficacia, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa: in particolare, è perciò rimessa al Prefetto l’individuazione degli appalti che è opportuno completare (secondo i criteri di indifferibilità per la tutela di diritti fondamentali e la salvaguardia dei livelli occupazionali o dell’integrità dei bilanci pubblici) e il riferimento alla fase dell’“esecuzione” è da intendersi, nel senso proprio giuridico, come fase successiva a quella di stipula del contratto e non in quello, meramente empirico, di materiale inizio della prestazione.

(Tar Abruzzo, Pescara, sez. I, 4 gennaio 2016, n. 1) «[La ricorrente], per il tramite dei Commissari straordinari nominati dal Prefetto […] con provvedimento del 21 maggio 2015, impugna l’annullamento d’ufficio dell’aggiudicazione definitiva della gara per l’affidamento del servizio di gestione, manutenzione e riqualificazione degli impianti di pubblica illuminazione del Comune […], con importo a … Continua a leggere

Informative antimafia scadute: prima di spedire, affinché possa essere ultrattivamente utilizzata, un’informativa ormai scaduta (per decorso del termine di validità), la Prefettura ha almeno l’obbligo di verificare che le condizioni che ne hanno determinato l’originaria emissione non siano modificate e persistano in toto; così pure l’Amministrazione che richiede l’informativa ha l’obbligo – prima di farne uso per effetti escludenti definitivi – di aprire un’istruttoria sulla questione, con il coinvolgimento del soggetto interessato.

(Consiglio di Stato, sez. III, 17 novembre 2015, n. 5256) «Con i primi due mezzi di gravame – che possono essere trattati congiuntamente in ragione della loro connessione argomentativa – il ‘raggruppamento’ appellante (già ricorrente in primo grado) lamenta violazione, per falsa applicazione, dell’art. 2, comma 1, del DPR n.252 del 1998 (applicabile ‘ratione temporis’), … Continua a leggere

Informative antimafia: il Prefetto ha l’obbligo specifico di accertare con puntualità il permanere del quadro indiziario originario (nella fattispecie, il Tar Campania ha ritenuto privo di sufficiente consistenza indiziaria sia il presunto ruolo di attuale amministratore di fatto della società ricorrente del padre dei tre attuali soci – in precedenza, titolare della stessa società, sebbene con diversa ragione sociale – sia il suo supposto collegamento con la criminalità organizzata, essendo stato egli assolto da un’imputazione di concorso esterno in associazione mafiosa per fatti, tra l’altro, molto risalenti nel tempo).

(Tar Campania, Napoli, sez. I, 7 gennaio 2015, n. 53) «Rileva preliminarmente il Collegio che nell’informativa impugnata, anche in ragione dei rinvii operati alle precedenti interdittive del 2008 e del 21 gennaio 2014, unico elemento di sospetto di permeabilità mafiosa riguarda la persona di [Tizio], padre dei tre attuali soci della società ricorrente, nei confronti … Continua a leggere

Iscrizione nella cd. white list di cui all’art. 5-bis d.l. n. 74/2012 convertito nella l. n. 122/2012: è illegittimo il diniego fondato sulla sola esistenza di rapporti parentali con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata, senza che sia emerso alcun collegamento concreto tra tali soggetti e l’attività della società destinataria di siffatta informativa antimafia.

(Tar Emilia Romagna, Bologna, sez. I, 13 novembre 2014, n. 1092) «La società ricorrente ha impugnato l’informativa antimafia emessa dalla Prefettura di Modena con cui è stata respinta la richiesta di iscrizione nella c.d. “white list “ disciplinata dall’art. 5 bis D.L. 74/2012 convertito nella L. 122/2012 e che costituisce presupposto necessario per poter eseguire … Continua a leggere

E’ illegittimo l’incameramento della cauzione provvisoria per la mancata sottoscrizione del contratto connessa ad una informativa prefettizia atipica, priva di carattere direttamente interdittivo, atteso che non può considerarsi imputabile a “fatto dell’affidatario” ex art. 75, co. 6, d.lgs. n. 163/2006, inteso come diretta imputabilità allo stesso della mancata stipula del contratto, né ad una sua carenza di requisiti e condizioni partecipative ex art. 38 Codice dei contratti pubblici o alla non veridicità di quanto dichiarato in ordine alle condizioni di partecipazione, ma, al più, alla mancanza sopravvenuta di una condizione ostativa alla stipula del contratto, rimessa tuttavia alla valutazione della stazione appaltante, non prevedibile da parte dell’impresa, alla quale pertanto non può addebitarsi un comportamento colpevole.

(Consiglio di Stato, sez. III, 1° settembre 2014, n. 4447) «Per quanto riguarda la decisione di escutere la cauzione provvisoria il provvedimento del commissario richiama l’articolo 13 della lettera di invito secondo cui, in caso di mancata prova della sussistenza anche di una sola delle condizioni di partecipazione dichiarate, il commissario straordinario dispone la revoca … Continua a leggere

Nell’ottica di tutela preventiva che ispira l’informativa antimafia, la circostanza che il socio di maggioranza muova le leve della gestione sociale non esclude ex se che il socio di minoranza non possa avere alcuna influenza, quanto meno di fatto, sulla conduzione dell’impresa (nella fattispecie, una compagine sociale assai ristretta, a base familiare, il cui capitale è detenuto da soli due soci, peraltro fratelli).

(Consiglio di Stato, sez. III, 21 luglio 2014, n. 3873) «Con il primo motivo l’appellante lamenta l’erroneità del giudizio, espresso dal T.A.R. campano, laddove esso ha ritenuto che, anche a fronte della ritenuta illibatezza morale del socio amministratore […], il socio di minoranza, nonché fratello di questi […], possa incidere sulle scelte gestionali dell’impresa, poiché … Continua a leggere

Le Prefetture hanno un obbligo di clare loqui per quel che riguarda il giudizio sul rischio di infiltrazioni criminali reso nelle informative atipiche, in quanto l’ambiguità delle espressioni utilizzate può mettere in difficoltà le stazioni appaltanti e provocare gravi danni alle imprese allontanate senza un’effettiva ragione di interesse pubblico.

(Tar Lombardia, Brescia, sez. II, 26 settembre 2013, n. 790) «L’emissione da parte delle Prefetture di informative antimafia atipiche ai sensi dell’art. 1-septies del DL 629/1982 costituisce una possibile causa di allontanamento delle imprese dall’esecuzione di lavori pubblici. Come già evidenziato in casi analoghi (v. TAR Brescia Sez. II 19 marzo 2013 n. 272; TAR … Continua a leggere

L’inottemperanza all’ordine di deposito della versione integrale (senza “omissis”) della nota posta a base dell’informativa interdittiva antimafia può, ai sensi dell’art. 64, ultimo comma, c.p.a., far ritenere plausibile la tesi attorea che l’autorità prefettizia abbia assunto le sue determinazioni sulla base di informazioni di polizia non circostanziate negli elementi di controindicazione.

(Tar Campania, Napoli, sez. I, 9 gennaio 2013, n. 204) «Ritenuto che il ricorso, come integrato dai motivi aggiunti, si presta ad essere definito con sentenza in forma semplificata, attesa la sua manifesta fondatezza nei limiti delineati dal prosieguo della trattazione; Premesso che: – l’odierna impugnativa tende ad infirmare essenzialmente l’informativa interdittiva antimafia della Prefettura … Continua a leggere

I legami di natura parentale non possono – in quanto tali – supportare un’informativa antimafia negativa, ma assumono rilievo qualora emerga una concreta verosimiglianza dell’esistenza di un condizionamento esercitato sull’impresa ovvero di un intreccio di interessi.

(Tar Marche, sez. I, 10 gennaio 2013, n. 24) «L’informativa evidenzia l’esistenza di rapporti personali mantenuti dal [quotista di maggioranza relativa della società ricorrente, nonché amministratore unico, direttore tecnico e procuratore speciale della stessa] – anche dopo il definitivo arresto di [un elemento di spicco del clan mafioso locale] – con il figlio ed il … Continua a leggere

Il Tar Sicilia specifica che, per l’adozione di informative antimafia negative, non è necessario individuare un elemento di colpevolezza nei riguardi dei soggetti a cui sono rivolte.

(Tar Sicilia, Palermo, sez. I, 7 dicembre 2012, n. 2571) «[L]e informative antimafia negative non sono provvedimenti di carattere punitivo, per l’adozione dei quali è necessario individuare un elemento di colpevolezza nei riguardi dei soggetti a cui sono rivolte; attengono piuttosto alla natura dei provvedimenti di carattere preventivo – tutela avanzata – posti a presidio … Continua a leggere

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