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Risarcimento del danno

Questa categoria contiene 56 articoli

Per l’accertamento dell’illegittimità dell’atto a fini risarcitori ex art. 34 comma 3 c.p.a. è sufficiente dichiarare di avervi interesse; una volta manifestato l’interesse risarcitorio, il giudice deve limitarsi ad accertare se l’atto impugnato sia o meno legittimo.

(Consiglio di Stato, Ad. Plen., 3 luglio 2022, n. 8) «1. L’ordinanza di rimessione premette che sulla questione deferita in sede nomofilattica si sono formati due orientamenti giurisprudenziali. Per un primo orientamento, fatto proprio dagli appellanti, sarebbe sufficiente «la sola deduzione dell’interessato di voler proporre in un futuro giudizio la domanda risarcitoria». Ad esso si … Continua a leggere

Al militare illegittimamente trasferito spetta il risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali, subiti a causa dell’allontanamento dal luogo di residenza e dal nucleo familiare.

(Tar Campania, Napoli, sez. VI, 5 giugno 2020, n. 2223) «La domanda relativa al danno ritratto a cagione del trasferimento e dell’allontanamento dal luogo di residenza del ricorrente e del di lui nucleo familiare, va invero positivamente delibata sulla scorta delle considerazioni in appresso. 2.4. Sussistono, invero, gli elementi costitutivi dell’illecito dell’Amministrazione: – i due … Continua a leggere

I principi elaborati dalla giurisprudenza amministrativa in tema di responsabilità della P.A. si applicano anche ai danni che derivano al privato dall’adozione di una informativa antimafia illegittima: in particolare, l’onere della prova a carico dell’Amministrazione non è in qualche modo attenuato, né la responsabilità può essere circoscritta solo a gradi più elevati di colpa.

(Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, 3 giugno 2020, n. 372) «La responsabilità per danni in cui incorre la pubblica amministrazione per i suoi provvedimenti illegittimi è stata ricostruita dalla giurisprudenza amministrativa secondo il paradigma dell’illecito civile extracontrattuale ex art. 2043 c.c. 9.4. Secondo tale modello, incombe sul soggetto danneggiato l’onere di provare … Continua a leggere

La richiesta risarcitoria può essere mutata anche in corso di causa (salvo che il giudice si sia già pronunciato in proposito), in quanto la scelta per una delle due modalità di risarcimento – in forma specifica o per equivalente – si risolve in una semplice emendatio libelli.

(Tar Marche, sez. I, 7 settembre 2018, n. 581) «[I]l resistente Comune afferma che il ricorso sarebbe inammissibile in quanto l’originario ricorso per annullamento della gara conteneva la richiesta di risarcimento in forma specifica, con l’aggiudicazione alla ditta ricorrente. 1.3 La tesi per cui la richiesta del risarcimento in forma specifica, sul quale le sentenze … Continua a leggere

Responsabilità della P.A. da attività provvedimentale illegittima: l’Amministrazione può evitare la condanna al risarcimento del danno soltanto se dimostra che si è trattato di un errore scusabile derivante da contrasti giurisprudenziali sull’interpretazione della norma o dalla complessità dei fatti, ovvero ancora dal comportamento delle parti del procedimento (nella fattispecie, il Tar ha ritenuto che l’Amministrazione non soltanto non avesse fornito tale prova, ma avesse agito in violazione di precetti normativi univoci).

(Tar Emilia Romagna, Parma, sez. I, 12 marzo 2018, n. 75) «Premette il Collegio che, come di recente riaffermato, “costituisce approdo oramai consolidato in giurisprudenza la sussunzione della responsabilità della pubblica Amministrazione per atto amministrativo illegittimo al paradigma della responsabilità extracontrattuale di cui all’articolo 2043 Cod. civ. (cfr., ex plurimis, T.A.R. Lazio – Roma, Sez. … Continua a leggere

Sulle differenze tra l’azione di risarcimento dei danni da provvedimento illegittimo ex art. 30, comma 3, c.p.a. e l’azione di risarcimento dei danni connessi alla mancata esecuzione del giudicato ex art. 112, comma 3, c.p.a.: soltanto alla prima si applica il termine decadenziale di proposizione sancito dall’art. 30, comma 3, c.p.a., che – nel caso di azione non contestuale al ricorso demolitorio – è di 120 giorni dal passaggio in giudicato della sentenza di annullamento del provvedimento causativo del danno; inoltre la prima azione soggiace a una differente disciplina processuale, sia in termini di proposizione (opportunamente venendo formalizzata come tale già nell’impostazione e nella rubrica dell’atto introduttivo), sia di rito, che è quello ordinario, e non quello celere e preferenziale dell’ottemperanza, trattata con il rito camerale; le due azioni, infine, divergono per il diverso ammontare del contributo unificato (per il Tar, invece, non si ravvisano profili differenziali nei presupposti sostanziali dell’azione ex art. 112, comma 3, c.p.a. rispetto a quella generale di condanna ex art. 30, comma 3, c.p.a.).

(Tar Campania, Napoli, sez. III, 24 ottobre 2016, n. 4866) «Venendo alla domanda risarcitoria spiegata dal ricorrente con il ricorso per ottemperanza all’esame, preliminarmente ritiene il Collegio di dover svolgere le precisazioni che seguono in punto di qualificazione dell’azione e relativo regime. In proposito, malgrado sia stato annullato il provvedimento (d.d. n. 421 del 2004) … Continua a leggere

Danno curriculare: tale voce di danno, costituente una specificazione del danno per perdita di chance, si correla necessariamente alla qualità di impresa operante nel settore degli appalti pubblici e, più in particolare, al fatto stesso dell’esecuzione di uno di questi tipi di contratto, a prescindere dal lucro che l’impresa stessa si riprometta di ricavare per effetto del corrispettivo pagato dalla stazione appaltante (il Tar ha, pertanto, evidenziato che alla mancata esecuzione di un’opera pubblica illegittimamente appaltata si ricollegano indiretti nocumenti all’immagine della società, al suo radicamento nel mercato, all’ampliamento della qualità industriale o commerciale dell’azienda, al suo avviamento, nonché al più generale interesse pubblico al rispetto della concorrenza).

(Tar Lazio, sez. I, 7 marzo 2016, n. 2966) «Quanto al danno curriculare, che la ricorrente lamenta in dipendenza della mancata acquisizione dell’appalto che il RTI aveva titolo ad acquisire e consistente nel pregiudizio dallo stesso subito a causa del mancato arricchimento del curriculum professionale (Cons. Stato, Sez. VI, 9 giugno 2008, n. 2751), ritiene … Continua a leggere

La notifica del decreto di esproprio a chi, non essendo proprietario effettivo del bene, risulti tale dai registri catastali, non incide sulla validità ed efficacia del provvedimento ablativo, ma impedisce tuttavia il decorso del termine di decadenza per l’opposizione alla stima nei confronti del proprietario effettivo ed abilita quest’ultimo – ove l’omissione o il ritardo della notificazione nei suoi confronti sia ascrivibile ad un difetto di diligenza dell’espropriante nell’accertamento del titolare del bene sottoposto ad espropriazione – a chiedere il risarcimento del danno derivato dalla ritardata riscossione dell’indennità: il proprietario effettivo, dunque, non può né deve impugnare gli atti espropriativi emessi nei confronti del proprietario catastale, atti che restano validi ed efficaci, ma può proporre opposizione alla stima dell’indennità avanti al giudice ordinario e richiedere, se del caso, l’eventuale risarcimento del danno per la sua ritardata liquidazione in ipotesi di colpa dell’espropriante.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 6 marzo 2015, n. 1139) «Le censure dell’appellante colgono nel segno, seppure per le ragioni che ora si esporranno, ma la loro parziale correttezza, nondimeno, non conduce all’accoglimento delle domande respinte dal primo giudice e qui riproposte. 10. L’appellante, occorre qui osservare, sull’assunto di essere proprietaria effettiva del bene ablato … Continua a leggere

Quantificazione del danno da ritardo: il Tar Abruzzo riepiloga le diverse tipologie di fattispecie che rientrano astrattamente in tale composita categoria e, con specifico riferimento al caso di specie, indica, ex art. 34, co. 4, c.p.a., i criteri di quantificazione del pregiudizio subito dalla ricorrente per il ritardo nell’emanazione del provvedimento richiesto – l’approvazione di un progetto per la realizzazione di un manufatto da adibire ad attività commerciale – ritenendo il danno pari al valore locatizio della superficie che la ricorrente avrebbe realizzato se il progetto fosse stato tempestivamente approvato, detratti i costi che la società avrebbe sostenuto per la realizzazione del progetto, oltre interessi legali e rivalutazione.

(Tar Abruzzo, L’Aquila, sez. I, 15 gennaio 2015, n. 33) «[C]ome già osservato da questo Tribunale con la sentenza n. 548/2011, non c’è dubbio che il danno da ritardo quale componente risarcibile, per equivalente, della lesione di un interesse legittimo pretensivo è concetto cui sono riconducibili diversi contenuti cha spaziano dal diritto ad una prestazione … Continua a leggere

Risarcimento danni da mobbing e da demansionamento nel pubblico impiego: il Consiglio di Stato conferma, in particolare, che per configurarsi una condotta di mobbing è necessario un disegno persecutorio tale da rendere tutti gli atti dell’Amministrazione, compiuti in esecuzione di tale sovrastante disegno, non funzionali all’interesse generale a cui sono normalmente diretti, e che – qualora non sia possibile desumere elementi di prova dalla illegittimità dei provvedimenti (non essendo stati, tali provvedimenti, impugnati) e qualora non siano state provate condotte personali dei superiori del dipendente tali da manifestare il connotato della vessatorietà, delle minacce, della violenza e delle ingiurie – non si può addebitare all’Amministrazione un disegno persecutorio e, di conseguenza, la domanda di risarcimento danni non può essere accolta.

(Consiglio di Stato, sez. VI, 4 novembre 2014, n. 5419) «E’ oggetto di controversia il reclamato risarcimento danni da preteso “mobbing” e da asserito “demansionamento”, in virtù di affermate plurime azioni vessatorie e discriminatorie [delle Amministrazioni appellate], che si sarebbero snodate nel largo arco temporale dal 1982 al 2007 a danno dell’appellante […]. Al riguardo, … Continua a leggere

Ai sensi e per gli effetti dell’art. 112, co. 3, c.p.a., i danni pretesi a titolo di perdita di ‘chances’ e di lesione esistenziale non costituiscono tipologie di danni configurabili come conseguenza immediata e diretta della mancata reintegrazione nel posto di lavoro – e non possono perciò essere richiesti in sede di giudizio di ottemperanza – senza una previa puntuale dimostrazione delle ‘chances’ perdute, ovvero delle afflizioni morali e relazionali subite, a causa della mancata reintegrazione.

(Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, 14 novembre 2014, n. 600) «Impregiudicato – e , comunque, non rilevante in ragione degli esiti di merito della controversia – il giudizio sul primo motivo di gravame, sia il secondo che il terzo motivo di gravame in sostanza fanno leva sull’assunto che il primo Giudice avrebbe … Continua a leggere

In caso di annullamento di un atto per vizi formali, che non intaccano sostanzialmente la discrezionalità dell’agire della pubblica amministrazione (nella fattispecie, l’annullamento era stato disposto per omessa comunicazione dell’avvio del procedimento), non c’è spazio per alcun risarcimento del danno, poiché la pretesa alla legittimità (formale) del provvedimento viene adeguatamente ristorata attraverso l’eliminazione del vizio formale stesso e, ciò, tutte le volte che la sentenza non ha deciso nulla in ordine alla spettanza o meno del sottostante bene della vita.

(Tar Basilicata, sez. I, 13 settembre 2014, n. 656) «Come ha correttamente evidenziato il Comune […], nel costituirsi in giudizio, l’annullamento dell’ordinanza del 05/09/1995, con la quale si è annullato il permesso di costruire, è stato disposto, dalla sentenza di questo Tribunale n. 361/98, sul presupposto dell’accertata mancata comunicazione dell’avviso di avvio del procedimento di … Continua a leggere

Il Consiglio di Stato conferma che, nell’ambito di un procedimento ad evidenza pubblica, può configurarsi – accanto ad una responsabilità civile per lesione dell’interesse legittimo, derivante dalla illegittimità degli atti o dei provvedimenti relativi al procedimento amministrativo di scelta del contraente – una responsabilità di tipo precontrattuale per violazione di norme imperative che pongono “regole di condotta”, da osservarsi durante l’intero svolgimento della procedura di evidenza pubblica; inoltre, qualora sussista detta responsabilità precontrattuale della P.A., il danno risarcibile dovrà essere limitato all’interesse negativo, comprensivo, però, sia del danno emergente sia del lucro cessante, come chiarito dall’Adunanza Plenaria n. 6 del 2005.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 15 settembre 2014, n. 4674) «Il campo d’indagine è […] quello della responsabilità precontrattuale della p.a., istituto che trova la propria regolamentazione nel Codice civile, il quale, all’art. 1337, sancisce l’obbligo delle parti di comportarsi secondo buona fede nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto. Gravando il predetto … Continua a leggere

Se residua la pur sola possibilità di risarcimento per equivalente, il giudice investito dell’azione di annullamento – anche in assenza di una domanda risarcitoria (proponibile ex art. 30, co. 5, c.p.a. sino a centoventi giorni dal passaggio in giudicato della sentenza) – accerta a questi altri fini l’eventuale illegittimità degli atti impugnati.

(Consiglio di Stato, sez. VI, 18 luglio 2014, n. 3848) «Circa la domanda subordinata di accertamento dell’illegittimità dell’atto impugnato a fini risarcitori […] il Collegio osserva che effettivamente l’art. 34 Cod. proc. amm. prevede l’ipotesi in cui, nel corso del giudizio, l’annullamento del provvedimento impugnato non risulti più utile al ricorrente: in un tal caso … Continua a leggere

L’obbligo di risarcimento del danno da ritardo di cui all’art. 2-bis l. n. 241/1990 è limitato all’ipotesi in cui si verta nell’ambito di un procedimento amministrativo, non potendo la norma applicarsi a casi di attività della P.A. diversa da quella procedimentalizzata (vale a dire a quella attività, costituente procedimento amministrativo, caratterizzata dalla presenza di un potere amministrativo da esercitare e di norma destinata a concludersi con l’emanazione di un provvedimento amministrativo).

(Consiglio di Stato, sez. IV, 22 maggio 2014, n. 2638) «L’art. 2-bis l. 7agosto 1990 n. 241, afferma (comma 1) che le pubbliche amministrazioni (e gli altri soggetti indicati) “sono tenuti al risarcimento del danno ingiusto, cagionato in conseguenza dell’inosservanza dolosa o colposa del termine di conclusione del procedimento”. Il successivo comma 1-bis, introdotto dall’art. … Continua a leggere

Risarcimento dei danni da ritardata assunzione: profili di giurisdizione e criteri di quantificazione.

(Tar Sicilia, Palermo, sez. III, 9 maggio 2014, n. 1195) «La controversia ha ad oggetto la richiesta di risarcimento dei danni da ritardata assunzione subiti dal ricorrente, il quale è stato escluso da una procedura concorsuale con provvedimento annullato in sede giurisdizionale ed ha ottenuto dalla Amministrazione la retrodatazione a fini esclusivamente giuridici. Si chiede, … Continua a leggere

Nel caso in cui la perdita di chance subita dipenda dalla mancata indizione di una gara, non potendosi dare la prova (eziologica o statistica) che la negata possibilità di partecipare si sarebbe tradotta in probabilità di vittoria, la quantificazione del danno può essere effettuata sulla base di una percentuale dell’utile che il ricorrente avrebbe potuto conseguire, qualora avesse avuto la possibilità di partecipare alla gara e l’avesse vinta.

(Tar Lombardia, Milano, sez. I, 17 marzo 2014, n. 679) «Il Collegio ritiene che tale comportamento illecito [la mancata celebrazione di una gara pubblica] sia astrattamente idoneo a produrre un danno risarcibile in capo alle imprese che avrebbero potuto partecipare alla gara che l’Amministrazione avrebbe dovuto indire. Invero, l’interesse sostanziale che deve risultare leso affinché … Continua a leggere

La possibilità che ad un’aggiudicazione provvisoria non segua quella definitiva è un evento del tutto fisiologico (artt. 11, co. 11, 12 e 48, co. 2, d.lgs. n. 163/2006), inidoneo di per sé a ingenerare qualunque affidamento tutelabile e obbligo risarcitorio, qualora non sussista nessuna illegittimità nell’operato dell’Amministrazione.

(Consiglio di Stato, sez. III, 28 febbraio 2014, n. 942) «Va condivisa la sentenza di primo grado nella parte in cui ha ritenuto legittima la delibera n. 902 dell’1.12.2011, che dichiara di non procedere all’aggiudicazione definitiva della gara, aggiudicata solo in via provvisoria il 9.2.2011, e revoca la delibera di indizione della procedura n. 2078/2009, … Continua a leggere

La pretesa risarcitoria – ove non si sia verificato un mero disagio o fastidio – esige un’allegazione di elementi concreti e specifici da cui desumere, secondo un criterio di valutazione oggettiva, l’esistenza e l’entità del pregiudizio subito, che non può essere ritenuto sussistente in re ipsa, né è consentito l’automatico ricorso alla liquidazione equitativa.

(Tar Lazio, Roma, sez. II Quater, 29 gennaio 2014, n. 1161) «Come è noto, in materia di risarcimento del danno, trova piena applicazione l’art. 2697 c.c., ora recepito anche dall’art. 64 c.p.a., in base al quale “chi vuol far valere un diritto in giudizio, deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento”. In tema … Continua a leggere

Ai fini del risarcimento del danno, l’esclusione della possibilità di utilizzazione economica di un immobile – avvenuta nelle more tra la formazione del silenzio assenso sulla istanza di condono di cui trattasi e la molto successiva adozione del provvedimento espresso di rilascio della concessione in sanatoria – è ascrivibile al comportamento dell’Amministrazione (e non alla mera volontà della parte privata, che non ha proseguito i già realizzati lavori e non ha locato o venduto gli immobili realizzati, in applicazione di principi di comune e normale prudenza e diligenza, sussistendo il rischio di negativa conclusione del procedimento, anche mediante revoca del provvedimento tacito formatosi).

(Consiglio di Stato, sez. V, 13 gennaio 2014, n. 63) «Osserva la Sezione che la impugnata sentenza è basata sul sostanziale assunto che, poiché con la citata sentenza n. 763/1999 era stato affermato che la decorrenza del termine per la formazione del silenzio assenso sulla istanza di sanatoria di cui trattasi era cominciata dalla data … Continua a leggere

Il comportamento del Comune – che, nella fattispecie, prima ha concesso e poi ha annullato la concessione edilizia, a fronte però di una disciplina urbanistica particolarmente complicata e oscura – sfugge a un giudizio di riprovazione e non consente di imputare all’Amministrazione il pregiudizio sofferto dal soggetto che ha subito tale (illegittimo) annullamento in autotutela, considerato che, al di fuori di specifici settori (in primis: quello degli appalti pubblici), non si dà responsabilità civile dell’Amministrazione per danno da provvedimento illegittimo senza il concorso dell’elemento soggettivo.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 6 dicembre 2013, n. 5823) «La Cooperativa [appellante] agisce per ottenere dal Comune […] il risarcimento dei danni subiti a seguito dell’annullamento in autotutela – poi annullato dal T.A.R. – di una concessione edilizia, secondo quanto esposto con maggiori dettagli in narrativa. Senza dover esaminare, nelle sue articolate sfaccettature, il … Continua a leggere

Deve ritenersi applicabile l’istituto della responsabilità precontrattuale in caso di procedure di gara indette dalla pubblica amministrazione, e, in quest’ipotesi, il giudice amministrativo deve tener conto non della legittimità dell’esercizio della funzione pubblica cristallizzato nel provvedimento amministrativo, ma della correttezza del comportamento complessivamente tenuto dall’Amministrazione durante il corso delle trattative e della formazione del contratto, alla luce dell’obbligo delle parti di comportarsi secondo buona fede.

(Tar Puglia, Bari, sez. II, 14 novembre 2013, n. 1534) «[L]a deliberazione 16 gennaio 2013 n. 15 è pienamente giustificata, ponendo nel nulla una procedura di gara alla quale, sin dal suo inizio e per tutto il corso del procedimento, non ha mai corrisposto una copertura finanziaria certa, con ovvi riflessi in ordine alla responsabilità … Continua a leggere

Sui principi elaborati dalla giurisprudenza in materia di risarcimento del danno da illecito provvedimentale.

(Consiglio di Stato, sez. V, 31 ottobre 2013, n. 5247) «[I]l collegio non intende decampare dai principi elaborati dalla giurisprudenza di questo Consiglio e della Corte di cassazione in materia di risarcimento del danno da illecita attività provvedimentale dell’amministrazione (cfr. ex plurimis e da ultimo, Cass., sez. un., 23 marzo 2011, n. 6594; Cons. Stato, … Continua a leggere

Sulla preclusione al risarcimento del danno che può derivare – ai sensi degli artt. 1227, co. 2, cod. civ. e 30, co. 3, c.p.a. – dall’omessa utile coltivazione degli strumenti di tutela previsti dall’ordinamento.

(Tar Puglia, Bari, sez. I, 3 ottobre 2013, n. 1353) «Invero, premesso che risultano integrati in astratto gli estremi del fatto illecito di cui all’art. 2043 cod. civ. posto in essere dalla Amministrazione comunale ai danni della [società ricorrente] (in particolare: attività amministrativa illegittima accertata da due sentenze di questo T.A.R. n. 1331/2005 e n. … Continua a leggere

Sull’illegittimità dell’accessione invertita, a seguito delle pronunce della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, e sull’applicazione delle disposizioni dell’art. 42-bis del T.U. delle espropriazioni per pubblica utilità.

(Tar Lazio, Roma, sez. III, 10 settembre 2013, n. 8197) «Risulta dagli atti di causa e non è stato contestato dalla difesa resistente che, a seguito della pronuncia del decreto di occupazione d’urgenza (decreto del 3-8-1999) e della scadenza del relativo periodo di occupazione legittima ( 29-4-2004), non è stato adottato alcun decreto di esproprio, … Continua a leggere

Per il Consiglio di Stato, la circostanza che la procedura pubblicistica di scelta del contraente avviata non sia sfociata nell’aggiudicazione non vale – di per sé – ad escludere la configurabilità di una responsabilità precontrattuale in capo all’Amministrazione revocante.

(Consiglio di Stato, sez. V, 15 luglio 2013, n. 3831) «Il Comune con il primo mezzo d’appello assume che in materia di contratti pubblici una responsabilità precontrattuale della P.A. per violazione degli obblighi di correttezza e buona fede potrebbe essere configurata solo in quella particolare fase della procedura che va dall’aggiudicazione alla stipula del contratto. … Continua a leggere

Risarcimento del danno da lesione di interessi procedimentali ed onere della prova.

(Consiglio di Stato, sez. V, 21 giugno 2013, n. 3405) «Circa la consistenza dell’onere probatorio che incombe sulla parte che propone domanda di risarcimento del danno davanti al giudice amministrativo, nonché in ordine alla natura giuridica ed agli elementi costitutivi della responsabilità dell’amministrazione per la lesione di interessi procedimentali, incluso il ritardo nell’attivazione e conclusione … Continua a leggere

Sulle poste di danno risarcibili in caso di mancato conferimento di incarico professionale per illegittimità della relativa procedura concorsuale.

(Tar Lombardia, Milano, sez. I, 17 giugno 2013, n. 1574) «La voce di danno patrimoniale, consistente nella mancata percezione della retribuzione che sarebbe stata corrisposta nel caso di conferimento dell’incarico, è fornita di prova. Sul punto, è stato dedotto e documentato, senza specifica contestazione di controparte, che, alla stregua dei criteri di valutazione utilizzati dalla … Continua a leggere

Il Tar Sicilia aderisce alla tesi della risarcibilità del danno da ritardo “puro”.

(Tar Sicilia, Palermo, sez. II, 16 aprile 2013, n. 828) «Per la problematica di riferimento [risarcimento del danno da ritardo] si rinvia alla ordinanza della IV sezione del Consiglio di Stato, 7 marzo 2005 n. 875, di rimessione all’Adunanza Plenaria di alcune questioni sul predetto danno, che ha ripartito in questo modo i possibili pregiudizi … Continua a leggere

Per il Tar Catania, nella liquidazione del mancato utile d’impresa bisogna tener conto anche dell’aliunde perceptum e l’onere della prova dell’eventuale assenza di quest’ultimo grava non sull’Amministrazione, ma sull’impresa, la quale può dimostrare – anche mediante l’esibizione dei libri contabili – di non aver eseguito, nel periodo che sarebbe stato impegnato dall’appalto in questione, altre attività lucrative incompatibili con quella per la cui mancata esecuzione chiede il risarcimento del danno.

(Tar Sicilia, Catania, sez. IV, 27 marzo 2013, n. 880) «In ordine all’an e al quantum del risarcimento vanno fatte le seguenti osservazioni. E’ da premettere che in relazione sia al “mancato guadagno”che al danno curriculare, la ricorrente chiede il risarcimento dell’utile presuntivo non percepito, quantificandolo nel 10 % dell’offerta così come dalla stessa presentata. … Continua a leggere

Anche dopo l’intervento dell’aggiudicazione definitiva (nel caso di specie solo provvisoria), non è precluso all’amministrazione appaltante di revocare l’aggiudicazione stessa, in presenza di un interesse pubblico individuato in concreto, del quale occorre dare atto nella motivazione del provvedimento di autotutela e che può essere individuato anche nella mancanza di idonee risorse economiche.

(Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione siciliana, 25 gennaio 2013, n. 47) «[I]l giudice di primo grado, in sostanza, ha ritenuto idonee le motivazioni addotte dall’amministrazione per revocare l’atto di aggiudicazione provvisoria evidenziando che per la revoca è sufficiente l’indisponibilità delle somme in bilancio a nulla rilevando che tale circostanza fosse già conosciuta dall’amministrazione. … Continua a leggere

L’onere di impugnazione – al cui mancato assolvimento si riconnette ora l’infondatezza nel merito della domanda risarcitoria – va valutato in concreto, nel senso che tale onere sussiste soltanto allorché si accerti che, effettivamente, l’impugnazione dell’atto lesivo avrebbe potuto concretamente giovare al ricorrente.

(Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione siciliana, 20 febbraio 2013, n. 248) «Ritiene il Collegio che il primo giudice – che pure ha ben ricostruito e illustrato il sistema nel cui ambito si collocava prima del codice (e anche dopo) l’azione risarcitoria c.d. autonoma – abbia però erroneamente applicato i principi esposti al caso … Continua a leggere

Per il Tar Umbria, ai fini dell’accoglimento della domanda risarcitoria per il ritardo derivante da lesione del diritto di accesso, è necessario che la lesione del bene tempo abbia sortito una conseguenza dannosa nella sfera del danneggiato e che tale conseguenza sia comprovata anche sotto il limitato profilo del principio di prova.

(Tar Umbria, Perugia, sez. I, 18 febbraio 2013, n. 80) «Deve essere […] disattesa la domanda risarcitoria per il ritardo derivante da lesione del diritto di accesso in disparte ogni riserva sulla sua ammissibilità perché proposta, anziché con quello ordinario, con il rito accelerato ex art. 25, l. n. 241/1990 e 116, d.lgs. n. 104/2010 … Continua a leggere

Sulla quantificazione per equivalente del danno in ipotesi di omessa o ritardata assunzione.

(Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, 3 dicembre 2012, n. 1058) «[V]a condivisa la censura dell’Avvocatura dello Stato secondo cui il T.A.R. non ha dato alcuna rilevanza al fatto che il danneggiato, pur non svolgendo alcuna attività lavorativa, ha ottenuto gli stessi benefici economici di chi presta servizio. Come costantemente osservato dalla giurisprudenza … Continua a leggere

In materia di appalti pubblici, la domanda di risarcimento non sostenuta dalle allegazioni necessarie all’accertamento della responsabilità della P.A. deve essere disattesa, atteso che grava sul danneggiato l’onere di provare gli elementi costitutivi di siffatta domanda e, dunque, almeno di una diminuzione patrimoniale o di una perdita di chance, con il corollario che la totale assenza di queste indicazioni priva il giudice della possibilità di una valutazione equitativa.

(Tar Lazio, Latina, sez. I, 4 dicembre 2012, n. 929) «Dall’inammissibilità del ricorso deriva, altresì, l’infondatezza della domanda di risarcimento, alla luce dell’applicabilità al caso in esame dell’art. 1227, secondo comma, c.c., secondo l’insegnamento fornito dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con decisione n. 3 del 23 marzo 2011 (T.A.R. Lazio, Latina, Sez. I, 25 … Continua a leggere

Sulla responsabilità della stazione appaltante per inerzia ingiustificata nella stipulazione del contratto di appalto (protrattasi per un periodo tale da rendere legittimo il rifiuto alla stipula opposto dall’aggiudicataria), in violazione dell’obbligo, derivante da un giudicato, di aggiudicare e stipulare con la parte vittoriosa in giudizio, nonché sul risarcimento dei danni conseguentemente sofferti dalla stessa aggiudicataria.

(Tar Calabria, Reggio Calabria, 22 novembre 2012, n. 695) «Le ricorrenti avanzano altresì domanda risarcitoria per l’illegittima condotta tenuta dal Comune di Caulonia successivamente alla sentenza del Tribunale. Lamentano in sostanza il ritardo nell’esecuzione della sentenza, ovvero nella riaggiudicazione della gara a seguito della decisione, protrattosi per così tanto tempo da indurre le imprese ricorrenti … Continua a leggere

Per il Tar Calabria, la tutela risarcitoria non può essere accordata in relazione alla mera “perdita di tempo”.

(Tar Calabria, Catanzaro, sez. I, 20 novembre 2012, n. 1120) «La disciplina inerente la risarcibilità del cosiddetto “danno da ritardo”, già prevista dall’art. 2-bis, I° comma, della legge 7.8.1990 n. 241, introdotto dall’art.7, I° comma, lett. c), della legge 18.6.2009 n. 69 (“Le pubbliche amministrazioni e i soggetti di cui all’articolo 1, comma 1-ter, sono … Continua a leggere

In tema di responsabilità della Pubblica Amministrazione da provvedimento illegittimo, l’elemento soggettivo – riferito alla Pubblica Amministrazione intesa come apparato – si configura nel caso in cui vi sia stata inosservanza di un canone di condotta agevolmente percepibile nella sua portata vincolante: cioè, in definitiva, quando la violazione risulti grave e commessa in un contesto di circostanze di fatto ed in un quadro di riferimenti normativi e giuridici tali da palesare la negligenza della P.A. nell’assunzione del provvedimento viziato.

(Tar Lazio, Roma, sez. I, 27 settembre 2012, n. 8171) «In tema di responsabilità della Pubblica Amministrazione da provvedimento illegittimo, l’elemento soggettivo del dolo o della colpa della stessa Amministrazione rappresenta difatti elemento imprescindibile, ai sensi dell’art. 2043 c.c., perché si formi una fattispecie che possa dare luogo al danno ingiusto. Viceversa, la mancanza dell’elemento … Continua a leggere

Il Tar Trentino Alto Adige – Bolzano si pronuncia sulle forme di tutela e sulle diverse voci di danno risarcibili a fronte dello svolgimento di un concorso irregolare, con particolare riferimento ai danni non patrimoniali.

(Tar Trentino Alto Adige, Bolzano, 5 settembre 2012, n. 281) «La riparazione delle conseguenze dannose di un atto amministrativo illegittimo è garantita dall’ordinamento attraverso due distinte forme di tutela: quella della reintegrazione in forma specifica e quella del risarcimento per equivalente. Secondo la giurisprudenza amministrativa il rinnovo delle operazioni concorsuali ab initio, a partire dalla … Continua a leggere

Il proprietario del fondo illegittimamente occupato dall’Amministrazione, ottenuta la declaratoria di illegittimità dell’occupazione e l’annullamento dei relativi provvedimenti, può legittimamente domandare nel giudizio di ottemperanza sia il risarcimento, sia la restituzione del fondo che la sua riduzione in pristino.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 29 agosto 2012, n. 4650) «[A]i fini della definizione della presente controversia, occorre considerare: – sia l’intervenuta espunzione dal nostro ordinamento dell’istituto dell’acquisizione de facto della proprietà in mano pubblica, a seguito della realizzazione di un’opera pubblica; – sia l’intervenuto annullamento dell’art. 43 DPR n. 427/2001; – sia l’intervenuta introduzione … Continua a leggere

Anche nel regime anteriore all’entrata in vigore del c.p.a. (art. 30, co. 5), la domanda risarcitoria può essere introdotta in un momento successivo alla proposizione della presupposta domanda di annullamento, senza che occorra all’uopo necessariamente attendere la previa formazione del giudicato sull’impugnativa.

(Consiglio di Stato, sez. V, 12 giugno 2012, n. 3444) «[A]llorché una domanda risarcitoria non sia stata formulata congiuntamente alla presupposta domanda impugnatoria, nulla osta a che la prima venga introdotta in un momento successivo, senza che occorra all’uopo necessariamente attendere la previa formazione del giudicato sull’impugnativa. In questo senso è del resto esplicito, oggi, … Continua a leggere

Sui presupposti per la risarcibilità del ritardo della P.A. nella conclusione del procedimento.

(Tar Calabria, Catanzaro, sez. I, 14 maggio 2012, n. 450) «[L]a violazione dell’obbligo di concludere con un provvedimento espresso il procedimento amministrativo avviato ad istanza di parte, (dunque di una posizione di interesse legittimo pretensivo), trova espressa tutela, anche risarcitoria. Alla luce del dettato normativo di cui alla legge 69/2009, che ha modificato la disciplina … Continua a leggere

Il danneggiato deve almeno indicare la prova dell’esistenza di un danno, restando altrimenti preclusa anche la possibilità di una valutazione equitativa dello stesso.

(Consiglio di Stato, sez. V, 27 aprile 2012, n. 2449) «[L]a domanda di risarcimento del danno non sostenuta dalle allegazioni necessarie all’accertamento della responsabilità dell’Amministrazione deve essere disattesa: grava infatti sul danneggiato l’onere di provare gli elementi costitutivi della domanda di risarcimento del danno e dunque in materia di appalti, almeno successivamente alle recenti pronunce … Continua a leggere

L’accertata illegittimità dell’atto ritenuto lesivo dall’interessato rappresenta indice grave preciso e concordante della colpa dell’Amministrazione, sicché spetterà alla stessa Amministrazione di provare che si è trattato di un errore scusabile.

(Consiglio di Stato, sez. V, 3 maggio 2012, n. 2534) «Secondo l’orientamento prevalente, al privato non è chiesto un particolare sforzo probatorio per dimostrare la colpa della p.a., potendo invocare l’illegittimità del provvedimento quale presunzione semplice della colpa e anche allegare circostanze ulteriori idonee a dimostrare che non si è trattato di errore scusabile. Spetterà … Continua a leggere

L’esecuzione degli accordi ex art. 11 l. n. 241/1990 è sottoposta alle comuni regole civilistiche in tema di adempimento, nonché di obblighi di buona fede delle parti del contratto (art. 1375 c.c.).

(Consiglio di Stato, sez. IV, 24 aprile 2012, n. 2433) «[S]ebbene anche nell’ambito di rapporti inquadrabili tra gli accordi ex art. 11 della legge nr. 241 del 1990 siano presenti interessi di matrice pubblicistica, questo non esclude che l’esecuzione di detti accordi sia sottoposta alle comuni regole civilistiche in tema di adempimento, nonché di obblighi … Continua a leggere

Resta confermato che, anche dopo l’entrata in vigore del Codice del processo amministrativo, rientra nella giurisdizione del giudice ordinario la domanda di risarcimento del danno causato dall’inosservanza da parte della P.A., nella sistemazione e manutenzione di aree o beni pubblici, delle regole tecniche ovvero dei comuni canoni di diligenza e prudenza.

(Tar Calabria, Catanzaro, sez. I, 3 aprile 2012, n. 348) «Recentemente le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno ribadito che, in tema di riparto della giurisdizione, l’attrazione (ovvero concentrazione) della tutela risarcitoria dinanzi al giudice amministrativo può verificarsi soltanto qualora il danno patito dal soggetto sia conseguenza immediata e diretta della dedotta illegittimità del … Continua a leggere

Il mero interesse procedimentale non solo non è risarcibile in sé, ma rifluisce nella più generale considerazione dell’interesse legittimo pretensivo (al quale è strumentale) e degli strumenti di tutela per questo esperibili.

(Consiglio di Stato, sez. IV, 2 aprile 2012, n. 1958) «[C]ome ha di recente affermato la Corte di Cassazione (Sez. Un., 23 marzo 2011 n. 6594), “la giurisdizione amministrativa è dunque ordinata ad apprestare tutela – cautelare, cognitoria ed esecutiva – contro l’agire della pubblica amministrazione, manifestazione di poteri pubblici, quale si è concretato nei … Continua a leggere

Sull’occupazione illegittima e le possibilità per l’Amministrazione a fronte della richiesta di restituzione del privato.

(Tar Abruzzo, L’Aquila, sez. I, 15 marzo 2012, n. 168) «I ricorrenti hanno dunque richiesto la restituzione dei suoli ovvero il ristoro integrale in caso di acquisizione della proprietà in capo all’Amministrazione, in ogni caso con il risarcimento per l’illegittima occupazione tuttora perdurante. III.3) Il Collegio rileva che indubbio risulta, nel caso in esame, il … Continua a leggere

Il Tar Campania applica la regola della non risarcibilità dei danni evitabili con l’impugnazione del provvedimento e con la diligente utilizzazione degli altri strumenti di tutela previsti dall’ordinamento, oggi sancita dall’art. 30, comma 3, c.p.a..

(Tar Campania, Napoli, sez. IV, 15 marzo 2012, n. 1290) «Acclarata l’illegittimità del provvedimento di declaratoria di decadenza, si deve passare al consequenziale scrutinio della domanda risarcitoria inerente ai danni prodotti dal suddetto provvedimento. A parere del Collegio sussistono, in linea teorica, tutti i presupposti per il riconoscimento di una responsabilità per danni da parte … Continua a leggere

Il Tar Puglia aderisce alla tesi secondo la quale l’art. 34, comma 3 c.p.a. deve applicarsi in via restrittiva e soltanto allorquando la domanda risarcitoria sia stata proposta nello stesso giudizio, oppure quando la parte ricorrente dimostri che ha già incardinato un separato giudizio di risarcimento o che è in procinto di farlo.

(Tar Puglia, Bari, sez. I, 21 febbraio 2012, n. 369) «[V]a rimarcato che «L’art. 34, comma 3 d.lgs. n. 104/2010 (cod. proc. amm.) secondo il quale “quando, nel corso del giudizio, l’annullamento del provvedimento impugnato non risulta più utile per il ricorrente, il giudice accerta l’illegittimità dell’atto se sussiste l’interesse ai fini risarcitori”, deve applicarsi … Continua a leggere

Sull’esclusione delle spese processuali dal risarcimento del danno per mancata aggiudicazione e, in generale, sulla commisurazione di quest’ultimo.

(Consiglio di Stato, sez. V, 2 febbraio 2012, n. 541) «Per quanto riguarda la prova del danno, il Collegio, premesso di ritenere utilizzabili parametri equitativi ai sensi degli articoli 1226 e 2056 cod. civ., è dell’avviso che il danno vada riconosciuto e commisurato in via esclusiva con riferimento al profilo del lucro cessante, entro i … Continua a leggere

L’avvenuta usucapione dell’immobile occupato illegittimamente dalla p.a. opera come limite temporale all’azione di risarcimento del danno esperita dal privato.

(Tar Sicilia, Palermo, sez. III, 6 dicembre 2011, n. 2278) «1.2.1. In punto di diritto, deve anzitutto sottolinearsi che l’usucapione costituisce un modo di acquisto a titolo originario dei diritti reali avente portata generale, e che generali sono, soprattutto, le funzioni cui essa assolve, di rendere certa e stabile la proprietà e di favorire, sul … Continua a leggere

La domanda di risarcimento dinanzi al giudice amministrativo è proponibile anche in difetto di previa domanda di annullamento dell’atto lesivo, e, nel regime anteriore all’entrata in vigore del c.p.a., tale azione è validamente proposta entro il termine quinquennale di prescrizione ai sensi dell’art. 2947 c.c.

(Consiglio di Stato, sez. V, 29 novembre 2011, n. 6296) «La questione della pregiudizialità della domanda di annullamento dell’atto illegittimo rispetto all’azione di risarcimento del danno, già risolta dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione in favore della autonomia delle azioni e della proponibilità della domanda di risarcimento dinanzi al giudice amministrativo anche in difetto … Continua a leggere

L’art. 34, comma 3, c.p.a. deve applicarsi in via restrittiva, soltanto allorquando la domanda risarcitoria sia stata proposta nello stesso giudizio, oppure quando la parte ricorrente dimostri che ha già incardinato un separato giudizio di risarcimento o che è in procinto di farlo.

(Tar Lombardia, Milano, sez. IV, 5 ottobre 2011, n. 2352) «Con riferimento al permanere di un interesse risarcitorio, e quindi in relazione all’applicabilità alla presente fattispecie dell’art. 34, comma 3, cod. proc. amm., a mente del quale “quando, nel corso del giudizio, l’annullamento del provvedimento impugnato non risulta più utile per il ricorrente, il giudice … Continua a leggere

L’obbligo di provvedere sulle istanze in autotutela è incoercibile.

(Tar Campania, Napoli, sez. I, 25 luglio 2011, n. 3989) Il ricorrente, usufruttuario di una quota significativa di una casa di cura provvisoriamente accreditata con il S.S.N., esponeva di aver in atto un complesso contenzioso con la direzione manageriale della casa di cura, sfociato anche in iniziative giudiziarie di carattere penale, volto ad evidenziare presso … Continua a leggere

Il Consiglio di Stato trae le conseguenze dell’autonomia del pregiudizio “da mero ritardo” prodotto dall’inosservanza dolosa o colposa del termine di conclusione del procedimento, ai sensi dell’art. 2-bis, comma 1, l. n. 241/1990 (ora trasfuso nell’art. 30, comma 4, c.p.a).

(Consiglio di Stato, sez. III, 3 agosto 2011, n. 4639) L’Amministrazione proponeva appello avverso la sentenza definitiva del Tar Lazio di condanna al risarcimento dei danni nei confronti della società ricorrente in primo grado, condanna disposta ai sensi dell’art. 2-bis, comma 1, della l. n. 241/1990 per “danno da mero ritardo”. La difesa erariale deduceva … Continua a leggere

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